DIOCESI – Messa della Domenica delle Palme a porte chiuse in cattedrale. Nonostante i giorni passino e ci stiamo lentamente abituando a uno stile di vita allo stesso tempo innaturale e necessario, i fedeli che hanno seguito in televisione o in streaming la celebrazione presieduta dal Vescovo Carlo saranno rimasti sicuramente colpiti dal vedere lui e gli altri sacerdoti passare in mezzo ai banchi vuoti della chiesa. Non l’usuale ritrovo presso il cortile dell’Asilo Merlini, non la frettolosità dei ministranti tutti intenti a svolgere i loro compiti, non il canto della corale, niente vecchiette ad azzuffarsi per prendere il ramoscello di ulivo più bello e frondoso, niente fedeli al seguito della croce: una scena surreale che deve portarci a riscoprire, quando sarà possibile, la bellezza e il fascino della liturgia.

Con estrema sobrietà la liturgia ha avuto inizio presso la porta centrale della Cattedrale, dove il Vescovo Carlo ha benedetto i ramoscelli di ulivo e il diacono Walter Gandolfi ha proclamato la Parola di Dio. Il Vescovo Carlo Bresciani, il Vicario Generale don Patrizio Spina, i parroci emeriti don Romualdo Scarponi e don Luciano Paci con don Ulderico Ceroni si sono poi processionalmente recati verso il presbiterio dove è stata celebrata la Santa Messa.

Durante la sua omelia il Vescovo Carlo ha detto: «Siamo entrati nella Settimana Santa con questa liturgia. Siamo lontani fisicamente, facciamo però in modo che questa lontananza fisica diventi una profonda vicinanza spirituale, perché è in questa vicinanza spirituale che noi siamo chiamati ad accompagnare il Signore Gesù in questa Settimana che ci ricorda gli ultimi fatti della sua vita che ci portano la Salvezza. Una vicinanza spirituale che tocca profondamente il cuore e lo converte, perché quando potremo tornare a celebrare insieme le nostre celebrazioni siano più intense, più vere e più ricche.

In questa Domenica delle Palme in cui ricordiamo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme siamo invitati ad aprire il nostro cuore e a fare festa a Gesù. Non possiamo farlo in chiesa, ma potete farlo a casa, rendendo la vostra famiglia e la vostra casa una piccola Chiesa nella quale insieme celebrare, insieme fare festa al Signore, insieme invocare la sua presenza.

Gesù nell’Orto degli Ulivi è rivolto al Padre. Questa preghiera: “Padre se è possibile passi da me questo calice” è la preghiera che un po’ tutti noi facciamo in questa Settimana Santa del mondo in questo periodo in cui il mondo sta vivendo una Settimana di Passione. Padre se è possibile passi da noi questo calice! Ma non dobbiamo perdere la fiducia, perché la Settimana Santa, nonostante tutto il dramma che comporta per Gesù, porta alla Pasqua!

Prepariamoci in famiglia, carissimi, a celebrare la Pasqua, seguendo passo passo la liturgia. È vero: non possiamo avere l’Eucaristia come Sacramento, ma possiamo vivere questa comunione spirituale col Signore. La possiamo vivere intensamente. Ho suggerito, attraverso alcune proposte, dei modi possibili per rivivere in famiglia il Triduo grande della Settimana Santa: il Giovedì Santo con l’Ultima Cena e con la Lavanda dei Piedi, il Venerdì Santo con l’Adorazione della Croce e il Sabato Santo con quel silenzio che prepara alla Resurrezione che vivremo Domenica di Pasqua.

Se insieme ci raccogliamo per dei momenti di preghiera, per leggere un brano del Vangelo, per invocare insieme il Signore, per ripetere, sia pure in maniera tanto semplice quanto vera quei gesti che il Signore ha vissuto e ce li scambiamo, ce li spieghiamo a vicenda, credo che possa essere, sia pure nella sofferenza che ci tocca, un vero momento di Grazia, perché il Signore ci invita a fare come l’ha fatto lui, a trasformare il dramma della sua Passione in un momento di Grazia per tutti noi.

Il momento della sua Passione, vissuto con amore, non lasciandosi vincere dal dolore e dalla sofferenza, per quanto grandi, ma tenedo aperto il proprio cuore e la volontà di bene nei confronti di tutti ha portato quello squarcio di luce che è esattamente la Pasqua che noi vogliamo celebrare.

Non potremo neanche accostarci al Sacramento della Confessione, ma anche qui, in attesa di poterlo celebrare in modo sacramentale, possiamo raccoglierci profondamente e chiedere perdono al Signore, chiedere che la sua Passione in Croce si manifesti come misericordia per ciascuno di noi. E anche questo gesto, se lo facciamo in famiglia, se in famiglia ci chiediamo perdono l’uno con l’altro, reciprocamente, non soltanto chiediamo perdono a Dio, certamente, ma ci chiediamo perdono l’un con l’altro, con semplicità, ma anche con verità, può diventare anche questo un momento di Grazia, cioè possiamo trasformare questa situazione non bella che stiamo vivendo, anche dal punto di vista liturgico, possiamo trasformarla in un’opportunità perché nelle nostre famiglie e nelle nostre case si possa vivere intensamente questa nostra comunione col Signore. Lontani fisicamente, ma profondamente uniti spiritualmente fra noi e con Gesù!».

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