GROTTAMMARE – La nostra testata continua a dare voce al mondo della scuola, una realtà che, come tante altre in questo periodo, vede stravolte le sue consuetudini. Dopo aver sentito i pareri delle Presidi del Liceo Scientifico “Rosetti” e dell’IISS “Capriotti”, abbiamo intervistato la preside dell’IISS “Fazzini Mercantini” Sabrina Vallesi

Quante sono le persone che attualmente lavorano in sede nella sua scuola?
La situazione che si è venuta a determinare a seguito dell’emergenza epidemiologica da COVID 19, le indicazioni in materia di contenimento del virus e il susseguirsi dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e delle conseguenti Direttive ministeriali hanno determinato un progressivo ridursi delle presenze del personale in Istituto. Dopo la sospensione delle lezioni in presenza, infatti, si continuano a garantire l’attività didattica a distanza e lo svolgimento delle mansioni amministrative con modalità di lavoro agile, ormai consentiti come modalità ordinarie di prestazione lavorativa per evitare la presenza del personale in sede e dunque per limitare al massimo i contatti e gli spostamenti. Vengono erogati in presenza, su appuntamento a mezzo mail ovvero richiesta telefonica, dalle ore 10,00 alle 12,00 il martedì ed il giovedì, quei servizi indifferibili che possono essere erogati solo in presenza. Il sito dell’Istituto e la pagina fb assicurano le informazioni in tempo reale.

A suo avviso non sarebbe opportuno chiudere completamente la scuola?
Le ultime disposizioni della Ministra Lucia Azzolina del 16.03.2020 hanno contemperato da un alto la natura di servizio pubblico essenziale attribuita dalle norme al servizio scolastico, natura che non fa propendere per una chiusura intesa come paralisi delle attività, al fine di continuare a garantire il diritto all’istruzione dei nostri ragazzi, e dall’altro, la necessità di minimizzare le presenza fisiche nella sede di lavoro, privilegiando sia in ambito gestionale che didattico il ricorso alla rete. Dunque l’apertura dell’edificio scolastico solo per particolari necessità non preclude la possibilità di continuare a stare vicino ai nostri studenti e predisporre tutto il necessario per la loro formazione.

Cosa vorrebbe dire agli studenti del suo istituto?
Ho già scritto ai miei studenti una lettera aperta pubblicata sul sito del “Fazzini Mercantini” il 9 marzo. Ho sentito la necessità di lanciare l’hastag “io resto a casa” invitandoli ad essere consapevoli, responsabili, lucidi, coraggiosi, solidali. Li ho spronati, osservando i consigli della comunità scientifica, a convertire l’emergenza in opportunità. Ho scritto “Ascoltate musica, suonate, passeggiate, guardate un film, applicatevi nello studio di una nuova lingua, dedicatevi alle vostre passioni, curate le relazioni interpersonali attraverso la comunicazione a distanza (siete abilissimi!)”.

Qual è allo stato attuale il suo rapporto col corpo docente?
Ai ragazzi ho suggerito di ascoltare i consigli dei docenti: ognuno a suo modo sta cercando di non interrompere il percorso formativo con attività didattiche, affidandosi a materiali multimediali, esortando i ragazzi a studiare. Gli insegnanti si stanno prendendo cura dei loro alunni! Il mio compito è solo quello di aiutarli a mettersi in rete, di inviare indicazioni operative per implementare le loro competenze. Ovviamente coadiuvata in questa contingenza dai suggerimenti di un preziosissimo team digitale. E così, vicendevolmente, ragazzi e docenti si “passano materiali” riflettendo su nuovi argomenti. Sono orgogliosa perché i docenti dei diversi indirizzi dell’Istituto e dei Licei riconoscono, proprio in questa occasione, come insegnando si apprende!

L’emergenza coronavirus ha costretto i docenti a lavorare da remoto e con strumenti digitali. Come si stanno muovendo?
Lo stanno facendo, consapevoli, in questo momento, di essere dei privilegiati rispetto ai loro colleghi delle zone più colpite che sono ben più a rischio e fronteggiano alunni che ogni giorno sperimentano il lutto! I miei docenti hanno reagito con senso di responsabilità e senza perdere di vista il loro ruolo.

Secondo lei siamo a un punto di svolta e terminata l’emergenza non si potrà più tornare indietro?
Ritengo che dobbiamo vivere ogni cambiamento come un’opportunità. La scuola deve continuare a rappresentare un modello positivo di ricerca e, in questo modo, perseguire il costituzionale diritto allo studio per tutti e per ciascuno.

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