“Non vogliamo dimenticare due intenzioni: quella della pace e della riconciliazione in Medio Oriente, secondo quanto indicato dal Santo Padre insieme ai Patriarchi di quella tormentata regione, cattolici e non, nell’incontro del 7 luglio 2018; e quella che vedrà Papa Francesco nel febbraio 2020 insieme ai Vescovi di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con l’organizzazione della Conferenza episcopale italiana”.

A menzionare questi due importanti appuntamenti è stato il card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, nell’omelia pronunciata nel corso dei Solenni Vespri di San Nicola di Mira, in occasione delle celebrazioni conclusive del Centenario dell’erezione dell’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia Continentale. “Sia occasione di un risveglio del ruolo e della missione dei cattolici nei diversi Paesi, nell’annuncio del Vangelo e in quella difesa della dignità della persona umana che da esso scaturisce”, l’auspicio del cardinale, che ha citato la basilica di San Nicola a Bari definendola “un tempio pienamente inserito nel contesto occidentale, ma che rimane spalancato agli orizzonti al di là del Mar Mediterraneo”. “Se l’Eparchia di Lungro può festeggiare il suo centenario, lo deve certamente all’intuizione paterna di Papa Benedetto XV”, ha ricordato Parolin: “Tutto ciò non sarebbe stato possibile se i vostri antenati, di fronte all’addensarsi delle tenebre della guerra, della conquista e della possibile persecuzione, non avessero custodito la certezza incrollabile che la luce della fede, la luce gioiosa della Pasqua, li avrebbe guidati nella prova e condotti secondo un disegno provvidente ad un porto sicuro di salvezza”. “Tale memoria non deve essere solo commemorata con le parole e i riti liturgici, ma deve essere un appello e un dovere anche per l’oggi”, l’invito del porporato: “in contesti in cui a volte è smarrito il senso di Dio, o sostituito da diverse forme idolatriche del successo, del piacere, della sopraffazione del fratello, come credenti dovete portare nei diversi contesti in cui siete presenti ed operate la testimonianza della luce del Signore Gesù”. Infine, il ringraziamento per la “gara di solidarietà fraterna che state esprimendo in questi giorni per coloro che in Albania sono stati colpiti dal terremoto”.

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