“Siamo tutti infermi, è la nostra natura. Sentiamo la ferita della nostra fragilità e la forza dello Spirito che ci chiama e dice alzati!”. Lo ha detto il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, durante l’omelia della messa celebrata nella cattedrale del capoluogo campano, nell’ambito del programma del convegno della pastorale della salute. “Cristo medico dei corpi – ha continuato – è venuto per salvarci e ridarci dignità. Nel Vangelo di Giovanni abbiamo sentito che è venuto per salvarci non per condannarci”. “Chi visita un ammalato visita Cristo che si è identificato nella umanità sofferente. Per lui la Chiesa oggi ci chiama ad aprirci come missionari per poter raggiungere tutti. Non si può categorizzare il mondo della sofferenza. I primi ad essere curati siamo noi”. “Quando pensiamo di essere creature di noi stessi cadiamo nella tentazione contro lo spirito”. “La sofferenza è la cattedra più bella per capire il senso profondo dell’essere cristiani”. “Che cos’è la pastorale della salute? – ha chiesto – Siete collaboratori di Cristo per far camminare chi ha bisogno. Siete i trasmettitori agli altri di ciò che il Signore ci ha insegnato. La nostra santità è dare dignità ai nostri malati che sono la carne viva di Cristo con cui veniamo in contatto”.

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