DIOCESI – Il vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani, ha visitato dal 25 gennaio 6 febbraio la città di Cebu (Filippine) che ospita la missione delle suore Teresiane, collegate al convento delle Teresiane di Ripatransone.

Qual è stata la circostanza che ha dato vita al viaggio?
Alla fine di gennaio, tre postulanti dovevano entrare in noviziato e una junior doveva rinnovare i voti (tutte suore Teresiane, collegate al convento di Ripatransone, ndr) e da lì è venuto da parte loro l’invito ad essere presente e a presiedere queste funzioni. In contemporanea veniva inaugurato e doveva essere benedetto il nuovo edificio che le nostre suore hanno costruito a Consolation di Cebu. Questo edificio è stato costruito con il contributo dell’8xmille: la Chiesa Italiana, ogni anno destina una quota considerevole di parecchie decine di milioni, provenienti dall’8×1000, all’aiuto missionario. Infine, il vescovo di Cebu, cogliendo l’occasione della mia presenza, mi ha invitato all’inaugurazione di un altro centro, quello degli street children, finanziato anch’esso dall’8 per mille della Cei in occasione del Congresso Eucaristico che è stato celebrato tre anni fa proprio a Cebu.

Qual è stato l’iter del viaggio?
Sono stato a Consolation di Cebu, dove appunto sono le nostre suore, e lì oltre alla benedizione dei nuovi ambienti nuovi, ho avuto modo di vedere quanto stanno facendo le nostre suore laggiù, un bellissimo lavoro in mezzo alla gente povera della zona. Naturalmente qui ho incontrato la Chiesa locale, il vescovo di Cebu. Le nostre suore svolgono altre attività a Bohol, un’isola che si trova di fronte a Cebu, dove hanno una scuola elementare per i ragazzi della zona e un altro centro di apostolato. Quindi ho avuto modo di visitare anche queste altre realtà.

Cosa maggiormente ha colpito la sua mente e il suo cuore durante questo suo viaggio?
Da una parte sono rimasto impressionato dalla grande povertà e in particolare dagli street children, ragazzi minorenni molto piccoli, alcuni anche di 5 o 6 anni, abbandonati che vivono per strada. Il nostro diacono Umberto Silenzi ha avuto la bellissima idea di istallare su un camion 4 docce in modo tale che questo particolare veicolo, girando per la città, permette agli street children di lavarsi e di avere qualcosa da mangiare. Vedere la loro contentezza e la loro gioia è stato molto emozionante. Anche questo camion è finanziato dall’8 per mille della Chiesa italiana. L’altra cosa che mi ha impressionato è vedere la fede della gioventù: le chiese sono piene di giovani che pregano, anche quando non c’è nessuna funzione. Giovani, a volte fidanzati che si tengono per mano, entrano in chiesa, si fermano a pregare con un silenzio assoluto. C’è una notevole differenza con la nostra situazione di qui!

Qual è a suo giudizio lo stato del cattolicesimo nelle Filippine oggi?
I miei contatti non sono stati tantissimi con la popolazione. Ho incontrato il vescovo del luogo e anche quello di Tagbilaran che si trova sull’isola di Bohol. Certamente in entrambi i posti c’è grande attaccamento alla Chiesa. Per esempio a Consolation di Cebu ho assistito a una messa dove erano presenti almeno duemila persone. Ci sono forme tradizionali di fede che risentono molto dell’influsso spagnolo: una religiosità con alcuni riferimenti devozionali del luogo perché fino alla seconda guerra mondiale le Filippine erano di fatto sotto il dominio spagnolo. A Bohol la situazione è diversa, poiché si tratta di una zona più rurale, con una vera e propria foresta. Quella filippina è comunque una Chiesa viva e presente, molto stimata e attiva nel campo sociale.

Il primo Papa che ha visitato le Filippine è stato San Paolo VI, il Papa della sua terra d’origine. Quanto c’è della spiritualità di Paolo VI nel suo viaggio?
Forse è troppo ambizioso dire che c’è qualcosa della spiritualità di Paolo VI nel mio viaggio. Ho certamente pensato anche a lui e al suo viaggio nelle Filippine e in particolare al suo grande discorso su Cristo tenuto a Manila. Lui è andato come missionario e come annunciatore del Vangelo. Invece, il motivo del mio viaggio è stato molto più semplice e concreto, quello appunto di rispondere all’invito delle nostre suore Teresiane che considerano il vescovo di San Benedetto del Tronto il loro vescovo.

 

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