“Cercava la verità senza mezze misure, senza timidezze, senza false prudenze dettate dalla politica, anche quella ecclesiastica”. Così il card. Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, ha definito la figura del card. Carlo Caffarra, durante la presentazione degli scritti postumi su “Etica, famiglia e vita”, presso il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense, di cui Caffarra è stato il primo preside. Ricordando la sua “amicizia profonda, durata 35 anni, con don Carlo”, Scola ha citato “la profondità e radicalità della sua testimonianza cristiana, l’apertura al dialogo con tutti, soprattutto con i giovani confusi nel loro cammino affettivo”. “In don Carlo la critica non era mai distruttiva, ma poietica, creativa”, ha puntualizzato il cardinale, tratteggiando la figura del “grande teologo e canonista, sempre in equilibrio tra ragione e fede”. Al termine dell’incontro, l’Auditorium è stato dedicato al card. Caffarra, iniziatore e primo preside del Pontificio Istituto teologico “Giovanni Paolo II”.

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