“Parlare di Vatileaks ci fa ricordare momenti cupi di questi ultimi anni, i più difficili del mio servizio ai Papi. Hanno fatto soffrire perché si è vista tradita la fiducia data a persone che vivevano quotidianamente vicino al Santo Padre, ma anche perché ho visto scadere quel senso di appartenenza, lealtà e fedeltà che un servitore del Papa dovrebbe avere”. Lo ha detto monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, intervenuto ieri ad Arezzo in occasione della presentazione del libro “La Gendarmeria Vaticana. Dalle origini ai nostri giorni”. Parlando del conclave che ha eletto Papa Francesco, Becciu ha spiegato la difficoltà di comunicare tra interno ed esterno, grazie al prezioso lavoro della Gendarmeria, tanto che nel momento in cui erano tutti in fila per omaggiare il nuovo Papa, la prima cosa che chiese un cardinale fu il risultato di una partita del Milan. “Governare con questi gendarmi – ha detto il sostituto – significa riconoscerne la bravura, perché oltre che essere attivi in questi momenti eccezionali significa tutti i giorni provvedere alla sicurezza di questo piccolo Stato raggiunto quotidianamente da migliaia e migliaia di persone. Devo testimoniare una grandissima competenza”. Un compito difficile anche perché “l’atteggiamento del Papa è a volte imprevedibile”, con un “protocollo che vuole andare incontro alle persone”. Poi Becciu ha raccontato come “ci siamo permessi qualche volta di dire a Papa Francesco che i rischi sono tanti” e che la risposta del vescovo di Roma è stata: “Ho i santi e gli angeli che mi proteggono”. A poco è servito ricordargli in riferimento all’attentato a Giovanni Paolo II “che ogni tanto qualche angelo si addormenta”. “Il Santo Padre ha questa serenità e fiducia nella protezione divina, ma anche la sicurezza che i suoi uomini pensano alla sua incolumità”. Un’altissima professionalità e discrezione, quella mostrata dalla Gendarmeria Vaticana, anche nei viaggi apostolici. Citando il Papa, Becciu ha ricordato la missione dei gendarmi, quella di “custodire il Vaticano, uno Stato al servizio della libertà della Chiesa e custodire il vescovo di Roma, che possa essere libero, perché la Chiesa stessa possa essere libera di esercitare il proprio magistero”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *