Patriarca BartolomeDi Maria Chiara Biagioni

Prosegue, anzi si rafforza la sintonia tra Papa Francesco e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Un rapporto “fraterno” che si approfondisce sotto il segno della determinazione delle due Chiese a lavorare per la piena e visibile comunione. Bartolomeo è a Loppiano, nella cittadella del Movimento dei Focolari, per ricevere nell’anno del 50° della sua fondazione il dottorato honoris causa dall’Istituto universitario Sophia. Ad accoglierlo, oltre alle delegazioni delle Chiese ortodosse e cattolica e alle autorità politiche, c’è un messaggio autografo di Papa Francesco. “Rivolgo – scrive il Papa – un ricordo particolare all’amato fratello Bartolomeo, al quale rinnovo sentimenti di viva stima e di sentito apprezzamento, rallegrandomi per la presente iniziativa”. Oltre a costituire “un doveroso riconoscimento per il suo impegno nella promozione della cultura dell’unità”, il conferimento del dottorato al Patriarca Bartolomeo – scrive Francesco – “contribuisce favorevolmente al cammino comune delle nostre chiese verso la piena e visibile unità, alla quale tendiamo con dedizione e perseveranza”.

Santità, che impressione le ha fatto il messaggio del Papa?

“È normale e naturale che mi senta felice e commosso di avere il primo dottorato honoris causa che l’Istituto universitario Sophia ha voluto dare a me. Io sono il primo ma la mia gioia è il messaggio che Papa Francesco, mio fratello molto amato, ha voluto indirizzarmi stasera che rende la mia felicità molto più grande e sentita. Attraverso il suo messaggio il Papa ha voluto onorarmi ancora una volta di più. Ha voluto anche esprimere in questa occasione la sua determinazione a lavorare per l’unità delle nostre chiese sorelle. Da nostra parte e cioè da parte del Patriarcato ecumenico, sono felice di poter assicurare Sua Santità e voi tutti che mi ascoltate della simile determinazione della nostra Chiesa di Costantinopoli di far progredire il dialogo ecumenico in genere ma in particolare tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica perché noi siamo Chiese sorelle, perché noi abbiamo tante cose in comune, perché siamo molto più vicini che con altre chiese e denominazioni cristiane e perciò dobbiamo avanzare. Questo era il messaggio che il Papa ci ha dato venendo a Costantinopoli l’anno scorso nella nostra festa patronale. Questo è il desiderio comune che abbiamo espresso a Gerusalemme nel maggio 2014 quando ci siano incontrati in Terra Santa per celebrare il 50° anniversario dell’incontro storico dei nostri predecessori. Già all’inizio del suo Pontificato, quando ho avuto la gioia di essere presente personalmente al suo insediamento e abbiamo avuto una mezza ora di incontro privato, abbiamo detto che dobbiamo lavorare e pregare intensamente per l’unità delle nostre chiese, per la ricomposizione dell’unità del corpo di Cristo che è la Chiesa. Questa sera, avendo la sua determinazione rinnovata con il suo messaggio, mi sento felicissimo e tornerò a Istanbul domani sera più forte, più sicuro di avere a Roma un fratello che desidera tanto lavorare con noi e pregare per far accelerare l’unità delle nostre Chiese”.

Ci stiamo avvicinando ai 50 anni del primo incontro tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich ad Istanbul. Era il 13 giugno 1967.
“Uno degli ideali del Movimento dei Focolari è l’unità della Chiesa. Chiara e i suoi collaboratori hanno lavorato molto. Chiara ha visitato 23 volte a Costantinopoli Athenagoras. Poi ha incontrato Dimitrios e poi me. Nel 2008, ho visitato Chiara nell’ospedale Gemelli pochi giorni prima della sua morte. Sono sicuro che Chiara è con noi, senz’altro è con noi, con la sua presenza spirituale e la sua preghiera. Si rallegra con noi e prega per l’unità delle nostre Chiese. Tra un mese riceverò a Costantinopoli i vescovi amici del Movimento a Halki, nella scuola di teologia che purtroppo rimane ancora chiusa e lì avremo l’occasione di ricordare tutti insieme Chiara, di pregare per il riposo della sua anima e per scambiare le nostre esperienze e la nostra volontà di lavorare per l’unità delle nostre Chiese. Noi come chiesa di Costantinopoli siamo felici, siamo pronti ad accoglierli e a ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente”.

Pace oggi minacciata in Medio Oriente. Quale appello vuole lanciare al mondo?
“Preghiamo ogni giorno. Dico che la soluzione di questo problema o piuttosto di questa tragedia è far terminare la guerra in Medio Oriente, in Siria. Se la guerra continua i profughi verranno ogni giorno di più verso l’Occidente. La tragedia continuerà. I grandi poteri del mondo devono mettere fine a questa guerra fratricida che continua da cinque anni ed ha già provocato la morte di 340mila innocenti… 340mila. In Turchia, come sapete, abbiamo 2 milioni di profughi dalla Siria. Il governo turco ha aperto le frontiere, ha accolto questi poveri uomini, famiglie, ragazzi siriani che hanno perso tutto. Ma non basta perché i profughi continuano a venire a causa della guerra. Bisogna terminare con la guerra”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *