caritasDi Patrizia Caiffa

“Il pianeta ha cibo per tutti ma sembra che manchi la volontà di condividere con tutti”. Papa Francesco ha usato parole chiare e nette, rivolte in particolare ai “potenti della terra”, ricordando loro che “Dio li chiamerà a giudizio un giorno” se non avranno assicurato “cibo a tutti” e “operato perché l’ambiente non sia distrutto”. 815 milioni di persone nel mondo che soffrono la fame sono infatti – e il Papa non si stanca di ripeterlo – frutto di un sistema economico e di speculazioni finanziarie che hanno ridotto il cibo a merce. Quale occasione più appropriata per parlarne se non la messa nella Basilica di San Pietro, con gli oltre 300 delegati provenienti dalle 164 Caritas di tutto il mondo, venuti a Roma per partecipare all’assemblea generale di Caritas internationalis in corso in questi giorni? Tema di quest’anno: “Una sola famiglia umana, custodire il creato”. Il tema del cibo sarà centrale nel dibattito Caritas, che la settimana prossima si recherà in massa all’Expo di Milano dove il 19 maggio è previsto il “Caritas Day”. In quell’occasione verranno presentati i risultati, nei diversi Paesi del mondo, della campagna Caritas “One Human Family, Food for All”, lanciata da Papa Francesco nel dicembre 2013. Tra gli esempi: in Brasile e in Nicaragua gli operatori Caritas hanno insegnato agli abitanti dei villaggi a conservare le sementi autoctone creole in modo da rendere le comunità rurali indipendenti dalle grandi aziende sementiere. In Giappone, nell’ambito di una campagna di lotta allo spreco, la Caritas ha venduto contenitori per conservare l’avanzo delle cene al ristorante e con il ricavato dell’operazione ha acquistato i semi per gli agricoltori in Africa Orientale.

Una voce potente. I lavori dell’assemblea sono entrati nel vivo oggi, 13 maggio, aperti dal cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente uscente di Caritas internationalis, dopo otto anni. Domani sarà eletto il nuovo presidente, tra i candidati: l’arcivescovo Youssef Soueif, presidente di Caritas Cipro e il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila. Il card. Maradiaga ha ricordato l’arcivescovo di San Salvador monsignor Oscar Arnulfo Romero, che sarà beatificato tra pochi giorni in Salvador. “Nel sangue che versò mons. Romero in nome dei poveri – ha detto -, è la nostra forza per continuare a lottare contro la povertà e l’ingiustizia”. Nel 2015 la rete Caritas ha numerosi impegni che l’attendono: “È l’anno che sancisce il termine degli Obiettivi di sviluppo del Millennio – ha detto – e vengono lanciati gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. I governi negozieranno un nuovo accordo climatico a Parigi, a dicembre. E Papa Francesco ci consegnerà la sua enciclica sull’ecologia”. Tra i vari messaggi pervenuti all’assemblea anche quello del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che ha ricordato come le comunità di credenti “possono portare una voce di coscienza potente che ci ricorda che l’umanità è parte della natura, non è né esclusa né al di sopra. Meno lo teniamo presente, più mettiamo in pericolo la nostra futura stabilità economica e sociale”.

Possiamo eliminare le cause della povertà.
Tra gli ospiti d’onore della prima giornata padre Gustavo Gutierrez, 86 anni, il teologo peruviano che coniò il concetto di “teologia della liberazione”: “La Bibbia non elogia mai la povertà reale: per questo il compito del cristiano è fare il possibile per eliminarla”, ha ribadito. “La povertà è una condizione che ha cause umane – ha sottolineato -, viene da strutture sociali ed economiche che emarginano le persone e da categorie mentali”. “La superiorità maschile nei confronti delle donne”, ad esempio, “è una categoria mentale profondamente radicata”, ha precisato. “La povertà non è un destino ma una condizione e siccome l’abbiamo prodotta noi esseri umani possiamo anche cambiarla – ha affermato -. Bisogna andare alle cause e denunciarle, altrimenti la ‘macchina’ continuerà a produrre poveri”.

2015 anno decisivo. Il 2015 sarà un anno decisivo per “far prendere all’umanità una nuova direzione verso lo sviluppo sostenibile e la lotta al cambiamento climatico”: lo ha detto l’economista Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth institute della Columbia university e consulente all’Onu sui temi dello sviluppo sostenibile. Secondo Sachs “stiamo vivendo un momento unico nella storia”, con passi in avanti ma anche con conflitti e “caos ecologico” che provocano sempre più migrazioni. “Quest’anno la temperatura è aumentata di 4,6 gradi centigradi; il 2015 rischia di essere l’anno più caldo della storia”. “L’ultima opportunità per cambiare direzione”, secondo Sachs, è il vertice Cop 21 di Parigi sul clima che si terrà a fine novembre-inizio dicembre. Per questo, ha affermato, “c’è grande attesa nei confronti dell’enciclica del Papa sull’ambiente, perché andrà a influenzare la coscienza del mondo”. Tra le proposte di Sachs, quella di istituire “un nuovo Fondo mondiale per garantire a tutti l’accesso alla salute, che costerebbe solo 25mila milioni di dollari l’anno” e un “Fondo mondiale per l’accesso universale all’educazione”.

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