DIOCESI – Nella serata di domenica 22 marzo, si è tenuta presso il Teatro San Filippo Neri, la chiusura del 90° Corso Uomini della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto. I 24 partecipanti al cursillo di cristianità, 10 laici e 3 sacerdoti dell’equipe e 11 nuovi, sono stati accolti calorosamente e fraternamente, dai fratelli e le sorelle del movimento della diocesi, per dare la propria testimonianza al termine della bellissima esperienza di tre giorni vissuta presso l’Oasi di Santa Maria ai Monti.

A guidare la serata il Rettore del corso Clesirio Ripani, il Vescovo Carlo e il Padre Spirituale Don Tommaso Capriotti. In sala erano presenti Leli Enrico, nuovo coordinatore del territorio 5, di cui fa parte la diocesi di San Benedetto del Tronto, e Don Ubaldo Speranza, ex Assistente Spirituale Nazionale ed attuale Assistente Spirituale Territoriale.

Prima delle testimonianze individuali si sono tenute quelle delle tre decurie, i gruppi in cui erano stati suddivisi i partecipanti.
Decuria di San Giuseppe:”Questa è stata una magnifica decuria. Tutti hanno aperto le porte del cuore quando dovevano raccontare le loro esperienze, nelle riflessioni di gruppo, entrando nel clima di intimità spontaneità, davvero sorprendente, che si è creato tra di noi. Ringraziamo il Signore di questa comunione nata dall’adorazione eucaristica davanti a Gesù“.
Decuria Madonna delle Grazie:”Sin dall’apertura, siamo stati incoraggiati a vivere l’esperienza di condivisione e di amicizia con gli altri, in Cristo nostro Signore. Nell’arco del breve periodo trascorso insieme, abbiamo riscoperto i valori di cristianità ed è stato indimenticabile il connubio tra la sacralità e la gioia. Questi tre giorni sono volati e ci apprestiamo a lasciare il luogo sacro con una certa malinconia nel cuore. Sicuramente un’esperienza da consigliare, sia per l’atmosfera mistica che per la serenità che lascia nell’animo“.
Decuria di San Paolo:”Il corso è iniziato con l’esperienza forte del deserto, nel quale abbiamo ripercorso il film della nostra vita. Nel secondo e terzo giorno, abbiamo alimentato la nostra fede attraverso la conoscenza delle verità fondamentali che derivano dalla Parola di Dio e dalla relazione con Cristo, che abbiamo sentito presente con noi in ogni momento. Abbiamo inoltre capito che il nostro compito è quello di far conoscere la Parola di Dio tramite la nostra testimonianza di vita che deve essere in sintonia con la Sua volontà. Dobbiamo, quindi, diventare contagiosi della gioia nata dall’esperienza della vita al tabernacolo“.

Poi è stata la volta delle testimonianze individuali. Ognuno dei 24 partecipanti si è avvicinato al microfono, con molta emozione e qualche lacrima di gioia, per parlare della propria esperienza. Alcuni avevano già vissuto questa esperienza e si sono sentiti chiamati a rimettersi in gioco, altri avevano sentito parlare dei cursillos e non vedevano l’ora di partecipare, sentivano il bisogno di partecipare. Cuori, stanchi di tante cose, che si sono aperti al Signore. Cuori che hanno avuto da Dio quello che altri o altro non possono dare. Cuori accompagnati nel loro cammino dalle attestazioni di preghiere provenienti non solo dai cursillos italiani, ma anche da quelli esteri: Spagna, Brasile, Australia, Perù, Porto Rico, Argentina, UK, Messico,…

Al termine delle testimonianze il Vescovo Carlo ha avuto queste parole per tutti:”È confortante sapere e sentire che è possibile fare esperienza di Gesù, una presenza nella tua vita che ti ribalta e ti sconvolge. Nel bene. Perché la fede parte da lì da un incontro personale, con una persona viva che ha qualcosa da dirti e da darti“.
Il Vescovo Bresciani ha poi invitato tutti a portare questa consapevolezza nella vita quotidiana:”L’esperienza di una relazione bella con Gesù ce la giochiamo nell’essere costruttori di relazioni positive e non va custodita gelosamente. Se prendiamo una lampada e la chiudiamo in un vaso, pensando di conservarla, essa si spegne perché ha bisogno di aria per bruciare e per fare luce, e così la nostra esperienza con Gesù la dobbiamo portare dentro le nostre relazioni familiari, amicali e sociali, per renderle buone, perché è ciò che ci cambia che andiamo a seminare dentro la società e i nostri ambienti di vita. Non dobbiamo aspettare che siano gli altri a venire da noi, ma dobbiamo essere noi ad andare agli altri per portare semi di relazioni buone, perché l’esperienza di Cristo è l’esperienza di un Dio che viene a noi, un Dio che si scomoda per venire da noi“.

Al termine della serata ognuno dei partecipanti ha ricevuto dalle mani del Vescovo un crocifisso accompagnato dalle parole “Ricorda: Cristo conta su di te!”, un invito a portare la carica di Cristo nelle proprie relazioni, non per parlare necessariamente di Lui ma per portare un modo diverso di essere: quello cristiano, quello di Gesù.

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