“La situazione umanitaria degli iracheni sfollati recentemente nei governatorati meridionali di Najaf, Kerbala e Babel sta raggiungendo livelli critici”. Ad affermarlo è il Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite (Wfp) che assiste oltre 50 mila famiglie di sfollati in Iraq. “Molti di loro ora vivono in edifici pubblici vuoti, o in moschee come quella di Husseineyar che le autorità locali hanno messo a disposizione. La maggior parte delle famiglie hanno detto di aver speso tutti i pochi risparmi”, precisa il Wfp che rivela come “molti di loro non sono riusciti a trovare riparo nell’ affollata regione settentrionale del Kurdistan iracheno, che ospita quasi il 50 per cento delle famiglie sfollate, mentre altri hanno detto che vivere a nord costa troppo”. Lo staff del Wfp ha incontrato molte famiglie sfollate che hanno difficoltà come quella di Najat Hussein, 36 anni e madre di 6 figli, che ha perso il marito sette mesi fa nel conflitto di Tel Afar. “Nonostante i pericoli e le sfide nell’accedere a quest’area, il Wfp è stato presente nell’Iraq meridionale e centrale dall’inizio della crisi nel Paese nel 2014”, ha detto Jane Pearce, rappresentante e direttrice Wfp in Iraq. “Ringraziamo i governi locali di Najaf, Kerbala e Babel per la continua cooperazione con il Wfp nell’alleviare le sofferenze degli iracheni sfollati, aiutandoci a portare loro cibo”.

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