NapolitanoCon la firma delle dimissioni di Giorgio Napolitano da presidente della Repubblica, dopo nove anni al Quirinale, si conclude lo stato di “eccezione costituzionale” e si apre una pagina nuova. In queste ore, al senatore a vita giungerà certamente il grazie di quanti hanno visto in lui un fedele servitore dello Stato. Molti ne hanno apprezzato le doti di saggezza ed equilibrio che lo hanno accompagnato anche nei due anni del secondo mandato appena concluso. Nove anni comunque difficili per la vita repubblicana, segnata da una profonda instabilità politico-parlamentare e da una gravissima recessione. Molti sono stati i giorni tristi ed è stato un bene che sul Colle ci fosse un uomo dalla forte coscienza democratica e dai nervi saldissimi. Certo, un protagonista politico. Ma in quei frangenti, vogliamo crederlo, più per necessità del Paese che per scelta personale. È sempre difficile il mestiere dell’arbitro e in Italia non c’è posto più scomodo di quello del Quirinale. Quando si giudica, dunque, bisogna avere piena contezza di quanto sia difficile essere il Presidente degli italiani.
Ora ci aspettano giorni impegnativi. Con ogni probabilità, il prossimo inquilino del Quirinale sarà il primo presidente della Terza Repubblica. Quella che nascerà dalle riforme costituzionali e istituzionali che il Parlamento garantirà al Paese. Nel frattempo, ci auguriamo che tutte le polveri tossiche della Seconda Repubblica si depositino e che noi tutti si possa respirare un’aria politica fresca, sana e pulita. Un nuovo inizio per il tempo nuovo che ci attende.

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