(Foto Vatican Media/SIR)

Un silenzio eloquente, che parla più di tante parole.

E’ quello che ha caratterizzato la preghiera silenziosa del Papa nel luogo della doppia esplosione al Porto di Beirut, la più grande esplosione non nucleare della storia, che ha provocato 220 morti. Un trauma per il popolo libanese, che a cinque anni da quel 4 agosto 2020 ancora non conosce la verità sul tragico evento e chiede giustizia. Leone XIV, accolto dal Primo ministro, si è fermato brevemente per un momento di preghiera silenziosa davanti al monumento che commemora le vittime dell’esplosione, ai piedi del quale ha deposto una corona di fiori e acceso una candela, benedicendo poi il luogo. Al termine della commemorazione, il Papa ha salutato alcuni parenti delle vittime e alcuni sopravvissuti all’esplosione. Oltre a provocare 220 morti, l’esplosione dell’agosto di cinque anni fa ha provocato 7mila e lasciato senza casa 300mila persone. I segni della tragedia sono ancora visibili nell’area, come ha potuto constatare lo stesso Pontefice prima di recarsi davanti al monumento.

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