“Giovani libanesi, crescete vigorosi come i cedri e fate fiorire il mondo di speranza”. È l’invito con cui si è concluso il discorso del Papa ai giovani libanesi, incontrati nel piazzale antistante del patriarcato di Antiochia dei Maroniti a Bkerké, ai quali, dopo averli affidati a Maria, Nostra Signora del Libano, ha consegnato la preghiera, “semplice e bellissima”, attribuita a San Francesco: “O Signore, fa’ di me uno strumento della tua Pace: dove è odio, fa che io porti l’Amore; dove è offesa, che io porti il perdono; dove è discordia, che io porti l’unione; dove è dubbio, che io porti la fede; dove è errore, che io porti la verità; dove è disperazione, che io porti la speranza; dove è tristezza, che io porti la gioia; dove sono le tenebre, che io porti la luce”. “Questa preghiera mantenga viva in voi la gioia del Vangelo, l’entusiasmo cristiano”, l’auspicio di Leone XIV: “Entusiasmo significa avere Dio nell’animo: quando il Signore abita in noi, la speranza che lui ci dona diventa feconda per il mondo. Il Signore sarà sempre con voi, e state certi del sostegno di tutta la Chiesa nelle sfide decisive della vostra vita e nella storia del vostro amato Paese”.

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