“Lo scorso 25 ottobre i delegati – compresi i vescovi – hanno votato il Documento finale. Si è chiusa così una fase importante, avviata quattro anni fa accogliendo l’invito di Papa Francesco, che ha visto una partecipazione a vario titolo di almeno 500mila persone”.
È il bilancio del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, stilato dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in apertura dell’assemblea dei vescovi in corso ad Assisi fino al 20 novembre. “Con il Cammino sinodale abbiamo imparato ad affinare aspetti che erano probabilmente già presenti, ma che avevano bisogno di essere rinnovati: l’ascolto, il discernimento, la profezia”, ha sintetizzato il cardinale: “Abbiamo cercato soprattutto di interiorizzare questo processo come stile ecclesiale permanente. Ora si apre una fase nuova che interpella in particolare noi pastori nell’esercizio della collegialità e in quel presiedere la comunione così decisivo perché la sinodalità diventi forma, stile, prassi per una missione più efficace nel mondo”. In applicazione all’indicazione del Consiglio episcopale permanente riunito a Gorizia lo scorso settembre – ha reso noto il presidente della Cei – ha nominato un gruppo di vescovi che, coadiuvato dagli organi statutari, sarà di aiuto al nostro percorso fino a maggio 2026: il card. Roberto Repole, mons. Gherardo Gambelli, mons. Guglielmo Giombanco, mons. Corrado Lorefice, mons. Andrea Migliavacca, mons. Michele Tomasi. Citando il Concilio di Gerusalemme di cui parlano gli Atti degli apostoli, Zuppi ha commentato: “Questa è anche la ragion d’essere della comunità credente, sin dalle sue origini: raccontare in modo autorevole e affidabile che Gesù di Nazareth è risorto dai morti, primizia di tutta l’umanità chiamata a condividere la sua stessa vita. Possiamo sviluppare tecniche diverse, sempre più efficaci e al passo con i tempi, ma sempre a servizio dell’annuncio di una esperienza di fede già vissuta”.




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