(Foto Archivio fotografico santuario di Pompei)

Ed è “proprio questo il cuore della spiritualità mariana autentica: Maria non trattiene per sé l’amore e la lode che riceve, ma le rimanda al Figlio, come uno specchio limpido che riflette la luce di Cristo. Se Dio ha sognato la tenerezza e la gratuità di Maria, è perché prima aveva pensato alla meravigliosa umanità di Gesù. Maria perciò va vista come lo specchio della bellezza di Gesù, come il riflesso e il riverbero della sua perfezione”.
Questo, ha osservato il segretario di Stato vaticano, “ci porta a stabilire con Maria un rapporto di devozione che non si arresta a lei, come talvolta accade, ma che da lei si trasferisce immediatamente su Gesù. L’ambizione di Maria non è essere onorata come fosse una dea, ma servire il Figlio, come ha fatto per tutta la vita, aiutandoci a comprendere il suo Vangelo fatto di tenerezza, di dono e di amore puro e generoso”.
Per il porporato, “in tempi spesso violenti e volgari, questa pedagogia di Maria si rivela preziosa: ci affascina per condurci a un fascino ancora più grande e indimenticabile, quello di Gesù, il più bello dei figli dell’uomo, che lei porta tra le braccia”. E “Maria, mostrandoci il suo Figlio, sembra dirci: ‘Anche voi portate dentro la vostra esistenza un sogno di Dio. Anche dalla vostra carne e dal vostro sangue, dalle vostre sofferenze e dalle vostre attese, il Signore vuole ricavare un capolavoro. Perché questo si realizzi, non dimenticate di incarnare in tutti i gesti della vostra vita la luce della tenerezza e della gratuità’. A lei, specchio della bellezza di Cristo e Madre della speranza, vogliamo ora affidare la nostra vita, ciascuno di noi, le nostre famiglie e la Chiesa intera, il mondo intero”.
Il card. Parolin ha concluso con questa preghiera: “O Maria, Madre del Rosario, tu che hai creduto alla Parola e l’hai portata nel mondo,
rinnova anche in noi la gioia della fede. Fa’ che Pompei, nel suo centocinquantesimo anniversario, continui a essere santuario di luce, scuola di preghiera, officina di carità. Fa’ che ogni pellegrino che varca la soglia di questa casa possa sentire che Dio è vicino, che la misericordia è più forte del peccato, che la speranza non delude. E così, contemplando con te il volto di Cristo, possiamo anche noi diventare, come te, servi della Parola, missionari della carità, cantori della speranza che non muore”.

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