“Sfamare la fame di verità e di senso è un compito necessario, perché senza verità e significati autentici si può entrare nel vuoto e si può perfino morire”.

Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa con le Università pontificie, presieduta nella basilica di San Pietro.

Leone XIV ha esortato i presenti a “coltivare l’unità, perché quanto accade nelle aule dell’università e negli ambienti educativi di ogni ordine e grado non rimanga un astratto esercizio intellettuale, ma diventi una realtà capace di trasformare la vita, di farci approfondire la nostra relazione con Cristo, di farci comprendere meglio il mistero della Chiesa, di renderci testimoni audaci del Vangelo nella società”. “Allo studio, alla ricerca e all’insegnamento è correlato un importante compito educativo”, ha proseguito il Papa, esortando le università “ad abbracciare con passione e impegno questa chiamata”: “Educare somiglia al miracolo raccontato da questo Vangelo, perché il gesto di chi educa è rialzare l’altro, rimetterlo in piedi come Gesù fa con questa donna curva, aiutarlo a essere sé stesso e a maturare una coscienza e un pensiero critico autonomi. Le università pontificie devono poter continuare questo gesto di Gesù. Si tratta di un vero e proprio atto d’amore, perché c’è una carità che passa proprio attraverso l’alfabeto dello studio, della conoscenza, della ricerca sincera di ciò che è vero e per cui vale la pena vivere”. “Ciò che riceviamo mentre cerchiamo la verità e ci impegniamo nello studio, ci aiuta a scoprire che non siamo creature gettate per caso nel mondo, ma apparteniamo a qualcuno che ci ama e che ha un progetto d’amore sulla nostra vita”, ha affermato il Pontefice: “che l’università vi formi a essere donne e uomini mai curvi su voi stessi ma sempre in piedi, capaci di portare nei luoghi dove andrete a vivere la gioia e la consolazione del Vangelo”.

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