“L’esperienza del Giubileo dei giovani, che si è svolto a Tor Vergata poco più di un mese fa, è stata l’ennesima prova – se ve ne fosse ancora bisogno – della vitalità dei giovani e del loro desiderio di spiritualità, di interiorità, di comunione e di Chiesa”.
Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. “Se le analisi spesso puntano sulla diminuzione della partecipazione alle celebrazioni, delle vocazioni presbiterali e religiose o dei matrimoni religiosi, dobbiamo anche riconoscere che la sete di esperienze di fede nei giovani non si è estinta”, l’analisi in apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Gorizia fino al 24 settembre: “Semmai si tratta da parte nostra di intercettare questi desideri, di accoglierli e di farli incontrare con l’annuncio evangelico”. “Le recenti canonizzazioni di San Piergiorgio Frassati e di Carlo Acutis, così partecipate dai fedeli, hanno mostrato come esista questa domanda di futuro, di una vita carica di senso e di entusiasmo”, ha osservato Zuppi, secondo il quale “queste due figure di giovani, vissuti in tempi differenti, ci invitano a rivolgere, con i giovani, lo sguardo verso il futuro con speranza. Le loro sono storie diverse, ma entrambi sono vissute in una comunità di fede: le associazioni ecclesiali per Frassati, per Acutis la famiglia e la parrocchia. Perché c’è bisogno di una rinascita della Chiesa come comunità, che generi santità e speranza per il futuro; comunità che non siano aziende, ma famiglia di coloro che ‘ascoltano e mettono in pratica la Parola’, annunciando la fede nel Cristo risorto e nella vita eterna”.

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