Venerdì 5 Settembre 2025 la spiaggia libera del porto di Rimini diventerà una chiesa a cielo aperto. Sarà il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, a celebrare alle 17:00, sulla riva del mare, la messa che apre le “Giornate di don Oreste” nel centenario della nascita del sacerdote romagnolo (7 Settembre 1925) fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Un gesto che rievoca la sua battaglia per gli ultimi perché proprio qui, mezzo secolo fa, don Benzi scrisse una delle pagine più rivoluzionarie del suo impegno: restituire dignità ai ragazzi con disabilità quando la società voltava lo sguardo relegandoli ai margini.
Perché se oggi si discute di barriere architettoniche, inclusione lavorativa e autonomia, meno di cinquant’anni fa la realtà era ancora più brutale: i ragazzi con disabilità non venivano accettati da nessuna parte. Non c’era posto per loro negli alberghi, nessuna colonia li accoglieva, gli stabilimenti balneari li rifiutavano: erano scomodi, troppo ‘disturbanti’ per la clientela. Non si trattava di ostacoli pratici, ma di un vero e proprio rifiuto culturale.
Fu lì che iniziò la rivoluzione di don Benzi che con la “sua” Comunità cominciò a bussare alle porte degli stabilimenti balneari romagnoli, uno a uno, finché la sua tenacia piegò quei muri invisibili e qualcuno accettò di ospitare quelle comitive di ragazzi “scomodi”. Giornate di mare, di giochi, di libertà e anche di Messe celebrate sulla spiaggia, perché nessun ragazzo doveva sentirsi escluso neppure dalla fede.
“Dove noi, anche loro” il motto di don Benzi; una frase che divenne la chiave di tutta la sua missione: stare accanto alle donne sfruttate sulla strada, alle persone senza dimora, agli ultimi di ogni angolo del mondo. Non c’era campo della vita in cui non si potesse declinare quel principio capace di smascherare ipocrisie e di abbattere barriere.
La scelta del card. Zuppi di aprire le “Giornate di don Oreste” con una messa sulla sabbia è un modo per dire, si legge in una nota, che “la Chiesa continua a partire dagli ultimi”. Oggi “la società è cambiata, ma la sfida resta: non basta eliminare muri e scalini; serve superare diffidenze, pregiudizi e quelle barriere meno visibili che ancora pesano sul lavoro, sull’autonomia, sul pieno riconoscimento delle persone con disabilità come cittadini con diritti e non solo come destinatari di assistenza”. Ecco perché la Messa in riva al mare ricorda che “una comunità è vera solo se abbraccia ogni volto e non lascia nessuno indietro”.
La tre giorni riminese — promossa dal Comitato nazionale per il Centenario e dalla Fondazione don Oreste Benzi, insieme alla Comunità Papa Giovanni XXIII, alla Diocesi e al Comune di Rimini — proseguirà fino a domenica 7 settembre con incontri, testimonianze e momenti di festa.





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