Pubblichiamo la lettera della Caritas diocesana di San Benedetto del Tronto

Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica” (Fabrizio De André).

Mentre i profeti di sventura sono spesso ritenuti più credibili di chi sogna un mondo migliore, noi continuiamo a scommettere sulle parole di Gesù: “Se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile” (Mt. 17,20). Nelson Mandela, in un celebre discorso del 2001, affermava che un sogno “sembra sempre impossibile finché non viene realizzato“, ecco perché i sogni non si possono lasciare nel cassetto! È con questa profonda convinzione che nasce il progetto “L’orto agli ortolani”, ideato dalla Caritas diocesana e reso possibile grazie ai fondi dell’ 8xmille.

Crediamo fermamente che il lavoro non sia solo un mezzo di sostentamento, ma anche una via per la crescita personale e per costruire una società più giusta e fraterna, come ci ricorda la Gaudium et Spes (35). Per questo, abbiamo voluto offrire questa opportunità a chi sta attraversando un momento di difficoltà, formando e preparando queste persone per un lavoro agricolo. In questo mese di agosto, avviamo la vendita dei prodotti dell’orto direttamente presso la sede della Caritas diocesana, con la possibilità di prenotare anche via internet.

Durante la bella serata del 24 luglio, vissuta insieme alle Caritas parrocchiali, il nostro amico Saverio ci ha regalato spunti di riflessione che desideriamo condividere:

Buonasera a tutti, amici e compagni di viaggio in questa splendida serata. Siamo qui, riuniti attorno a questa tavola, non solo per gustare i sapori della terra, ma per celebrare qualcosa di più profondo: la forza della comunità, il calore della solidarietà. Questi piatti che oggi assaporiamo sono nati da semi di speranza, piantati con mani sapienti e cuori aperti. Un orto, un luogo di incontro, dove la terra ha accolto non solo sementi, ma anche storie, sogni e nuove possibilità. Volontari della Caritas, con la vostra dedizione instancabile, avete seminato accoglienza, avete coltivato fiducia. E voi, amici impegnati nella coltivazione, con la vostra fatica e il vostro impegno, avete dimostrato che la dignità fiorisce nel lavoro, che la rinascita è possibile. Ogni ortaggio, ogni erba aromatica che oggi è qui, racconta una storia di collaborazione, di mani che si tendono, di sguardi che si incrociano. È il frutto di un lavoro condiviso, di una pazienza coltivata giorno per giorno, con la cura e la tenacia che solo la speranza sa infondere. In questi prodotti semplici e genuini, c’è il sapore autentico della terra, ma anche quello inconfondibile della solidarietà. Sono la dimostrazione tangibile che, insieme, possiamo costruire un futuro più giusto, più equo, più ricco di opportunità per tutti.Che questa cena sia un brindisi alla vita, al lavoro, alla generosità. Che ogni boccone ci ricordi che la vera ricchezza non sta solo in ciò che abbiamo, ma in ciò che siamo capaci di condividere. E che da ogni seme, per quanto piccolo, possa sempre nascere una nuova, grande speranza. Grazie a tutti voi per essere qui e per aver reso possibile tutto questo.

Forse non è più il tempo di ascoltare i tanti profeti di sventura che fanno crescere paure che paralizzano. E’ giunta l’ora di credere all’impossibile, che si alzi la voce di chi è profeta di speranza.  Il cuore della missione della comunità cristiana, e quindi della Caritas, oggi più che mai è quello di insegnare la speranza, “organizzare la speranza” , come diceva don Tonino Bello, trasmettere l’arte dell’impossibile!

E’ bella l’immagine dello scrittore e poeta francese Christian Boben: “Spingo per le strade un carretto carico di ottimismo. Urlo: “speranza per tutti!”. Molti mi rispondono lanciandomi dalla finestra il contenuto del loro vaso da notte, ma serve ben più per spegnere un carico pieno di sole

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