“Le nostre comunità diventino case di pace, piccole ma mai mediocri, grandi perché umili, libere perché legate dall’amore, capaci di lavorare gli uni per gli altri e di pensarsi insieme”. E’ l’auspicio del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia per la Professione di fede dei giovani italiani, riuniti in piazza San Pietro per il loro Giubileo. “Confessiamo la nostra fede e farlo individualmente e insieme – ha spiegato il cardinale – ci aiuta a sostenerci a vicenda, a nutrici con la forza della fraternità, cioè dell’amicizia e del volerci bene tra noi, diversi come siamo, perché crediamo che si può amare e si può amare per sempre perché l’amore ripara, ripara tutto, sempre, molto più di quello che crediamo, perché l’amore che dona il Signore vince ogni divisione e ci rende gli uni per gli altri, come siamo fatti. Volerci bene è la cosa più grande che c’è” . . “Siamo noi stessi quando ci pensiamo per gli altri”, ha concluso il cardinale: “Noi siamo pietre vive, l’attore è sempre il Signore, ma noi con il Signore diventiamo attori della vita vera”, perché “la risposta che ci dà tutte le risposte è Lui. Speranza, pazienza, pace. Grazie Gesù!”.

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