ARQUATA DEL TRONTO – È stata inaugurata ieri, presso l’Edificio Rotary in località Borgo d’Arquata, la mostra “L’identità ritrovata – Opere d’arte dal territorio di Arquata del Tronto nel ricordo di don Angelo Ciancotti”.
L’esposizione raccoglie 14 opere d’arte, tutte originariamente custodite nelle chiese del territorio arquatano e recuperate dopo i gravi danni del sisma del 2016. Restaurate con cura, queste opere tornano ora visibili al pubblico in un allestimento che rappresenta molto più di un semplice spazio espositivo: è un segno tangibile di ricostruzione, memoria e identità collettiva.
Un luogo di cultura e comunità
Sebbene non sia ancora un museo in senso stretto – l’auspicio è che le opere possano in futuro tornare nelle loro sedi originarie – lo spazio resterà aperto alla comunità e potrà accogliere nuove esposizioni. Si profila così come un futuro polo culturale e artistico per gli abitanti di Arquata e per i visitatori.
Durante la cerimonia, l’arcivescovo Palmieri ha voluto sottolineare il valore della collaborazione tra enti e istituzioni:
“Mi sembra molto bello che l’idea del museo nasca da una sinergia tra più realtà: il Comune, il Rotary, i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, la Soprintendenza, la Diocesi. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto, in particolare il BIM Tronto, con il presidente Luigi Contisciani che lo ha finanziato, e il Museo Diocesano di Ascoli Piceno, che ha creduto con forza nell’iniziativa”.
Un progetto corale
A fare eco alle parole dell’arcivescovo, anche il sindaco Franchi, che ha voluto ringraziare tutti i protagonisti della giornata:
“Un grazie di cuore a tutti: al Vescovo Palmieri con Marco Lattanzi, al Commissario Castelli, all’assessore regionale Antonini, al presidente del Bim Contisciani, alla famiglia Ciancotti, al soprintendente Issini, al dottor Moriconi, ai sindaci e amministratori intervenuti, ad Adele Luci per la sua tenacia, alla dottoressa Alfonsoi, ai tecnici della Diocesi, ai rappresentanti del Rotary, al tenente colonnello Grasso, alle forze dell’ordine, al soccorso alpino, ai dipendenti comunali, alle attività del Centro Rotary e a tutte le associazioni e i cittadini del territorio. Una bella giornata di storia e speranza. Vi invitiamo a visitare la mostra: ne vale davvero la pena”.
Il Commissario alla ricostruzione Guido Castelli ha invece sottolineato: “È un ritorno a casa: a quelle opere gli arquatani hanno rivolto preghiere, chiesto conforto, celebrato battesimi e matrimoni. Oggi, tornano a essere segno vivo di identità e memoria. Preservare l’arte e la cultura significa preservare chi siamo e la nostra identità. La mostra è aperta e visitabile: un invito a tornare, a riscoprire, a ricordare”.
Un museo della memoria
La mostra è stata realizzata grazie al contributo del Bacino Imbrifero Montano del fiume Tronto, che ha sostenuto l’allestimento delle sale, il trasporto delle opere e le attività di comunicazione e valorizzazione. All’interno è stata anche allestita una sala video, in cui vengono mostrate le immagini dei delicati interventi di recupero.
“L’identità ritrovata” è più di un titolo: è una dichiarazione d’intenti. Questo spazio vuole essere luogo di memoria, cultura e fede, per permettere alla comunità arquatana di ricostruire – anche attraverso l’arte – il proprio senso di appartenenza e la propria storia.













Mario Antonio Sforza
Bellissimo.... dopo la tempesta sempre l'Amore, l'Arte, la Vita... affiora.