Santa Marta“Non è un’anestesia. Il dolore è dolore, ma vissuto con gioia e speranza ti apre la porta alla gioia di un frutto nuovo”.
Lo ha detto ieri mattina Papa Francesco nell’omelia della messa a Santa Marta. Citando l’immagine della donna che partorisce, utilizzata da Gesù prima della sua Passione per avvertire i discepoli che saranno tristi ma che questa tristezza si cambierà in un grido di gioia, il Santo Padre ha detto: “Questa immagine del Signore ci deve aiutare tanto nelle difficoltà; difficoltà tante volte brutte, difficoltà cattive che anche ci fanno dubitare della nostra fede… Ma con la gioia e la speranza andiamo avanti, perché dopo questa tempesta arriva un uomo nuovo, come la donna quando partorisce. E questa gioia e questa speranza Gesù dice che è duratura, che non passa”. “Una gioia senza speranza è un semplice divertimento, una passeggera allegria. Una speranza senza gioia non è speranza – ha aggiunto -, non va oltre un sano ottimismo. Ma gioia e speranza vanno insieme, e tutte e due fanno questa esplosione che la Chiesa nella sua liturgia quasi – mi permetto di dire la parola – senza pudore grida: ‘Esulti la tua Chiesa!’, esulti di gioia. Senza formalità. Perché quando c’è la gioia forte, non c’è formalità: è gioia”.

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