SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella mattinata di martedì 23 dicembre si è tenuta la tradizionale cerimonia di commemorazione dedicata a coloro che hanno perso la vita lavorando in mare.
Gli interventi si sono sviluppati sulla banchina di riva “Malfizia”, dinanzi al monumento “Il mare, il ritorno”, opera del compianto Paolo Annibali: dopo l’intervento e la benedizione della corona da parte del vescovo Gianpiero Palmieri, sono intervenuti il commissario prefettizio Rita Stentella, il comandante in seconda della Capitaneria di Porto Francesco Sangermano, il presidente del Circolo dei Sambenedettesi Gino Troli.
“Tutti i morti ovviamente vanno ricordati perché la pietà umana non fa distinzioni – ha detto la dr.ssa Stentella – ma i morti in mare hanno un valore simbolico per questa città. La perdita di una vita in mare è una perdita non solo per la famiglia e per le persone più care, ma è una perdita per l’intera città che vive un lutto collettivo. Proprio come accadde quel 23 dicembre 1970 quando, dinanzi alla lentezza delle procedure da avviare per il recupero del Rodi e dell’equipaggio, ci fu una vera e propria sollevazione popolare ben impressa nella memoria storica della città”. In questo modo ha ricordato anche i 55 anni dalla tragedia del motopesca “Rodi” affondato con tutto il suo equipaggio il 23 dicembre del 1970.
Il comandante Sangermano ha ricordato la missione degli uomini e le donne della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera a tutela di coloro che vanno mare mentre il presidente Troli, che ha ricordato che tra poche settimane si celebreranno i 60 anni da un’altra tragedia, quella dell’affondamento del motopesca “Pinguino” con tutto il suo equipaggio in circostanze mai del tutto chiarite, ha avanzato la proposta di dedicare un’area della zona portuale ai tanti bambini che, nei secoli, hanno perso la vita proprio nelle tragedie del mare che costellano tristemente la storia della città.
Successivamente, il vescovo Gianpiero Palmieri ha svolto una riflessione sulla ricorrenza e ha ricordato come poco tempo fa, nel corso di una visita diocesana in Vaticano, sia stata donata a papa Leone un’opera di Paolo Annibali, artista che ha sempre avuto ben presente il valore del segno religioso nelle tante opere realizzate.
Successivamente, autorità e cittadini si sono portati in corteo dinanzi alle lapidi del muro paraonde del molo nord che ricordano le tragedie del mare dov’è stata deposta una seconda corona di alloro.