ANCARANO – Una bella notizia per il mondo dello sport e della disabilità: il prossimo 3 Gennaio 2025, a Teramo, tra i tedofori del viaggio della torcia verso Milano-Cortina 2026, ci sarà il giovane Mattia Gatti, 17 anni, di Ancarano.
Mattia è un ragazzo con malattia rara e neurodivergenza, che porterà la fiamma olimpica accompagnato dal suo maestro di taekwondo, Michele Maloni, e poi la passerà al padre Danilo Gatti, suo primo e grande sostenitore, che a sua volta aveva portato la torcia olimpica anche nel 2006, ai XX Giochi Olimpici Invernali di Torino.
La storia di Mattia è segnata da un percorso complesso: due settimane in terapia intensiva alla nascita, fisioterapia avviata già a due settimane di vita e il costante supporto di numerosi specialisti. La svolta arriva con l’incontro con il taekwondo, indicato anche su prescrizione medica come attività di contatto. Da quel momento, grazie al lavoro con il suo istruttore, il giovane Mattia ha ottenuto significativi miglioramenti neurologici e fisici.
Claudia Iaconi, mamma di Mattia, dichiara: “Non ci piace essere al centro dell’attenzione mediatica, ma in questo caso facciamo un’eccezione per lanciare un messaggio di speranza: ciò che sembrava impossibile può diventare realtà! Mio marito ed io spesso abbiamo avuto momenti di grande scoraggiamento, ma, grazie a Dio, abbiamo sempre avuto intorno a Mattia persone con un grande cuore. Nostro figlio non sarebbe arrivato da nessuna parte, se non avesse avuto il Signore come compagno di viaggio e se Dio non gli avesse messo accanto le persone giuste al momento giusto. Invito tutte le mamme di persone con disabilità ad avere fede nel Signore, a non scoraggiarsi e a trovare, con fantasia e pazienza, strumenti sempre nuovi per stimolare i propri figli. Nel nostro caso, è stato provvidenziale il taekwondo, uno sport che anche papa Francesco ha riconosciuto come una filosofia di vita che insegna principi fondamentali come cortesia, perseveranza e autocontrollo, in linea con i valori cristiani. Non finirò mai di ringraziare le persone che lo hanno avvicinato a questo sport che per noi è diventato propulsore di autonomia, serenità ed inclusione“.
Una storia bella che dimostra come sport, inclusione e competenza educativa possano cambiare concretamente la vita delle persone.