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Nelle Marche cresce il disagio sociale tra il lavoro precario e povertà, Veccia: “Serve un cambio di passo nelle politiche regionali”

MARCHE – La povertà nelle Marche non è più un fenomeno episodico, ma una condizione strutturale che attraversa generazioni, territori e fasce sociali sempre più ampie. A certificarlo è il Report 2025 (dati 2024) dell’Osservatorio sulle Vulnerabilità Regionali, elaborato dall’Alleanza contro la Povertà nelle Marche, che restituisce l’immagine di una regione segnata da crescenti disuguaglianze economiche, fragilità sociali e solitudine.

«Non parliamo solo di povertà materiale – sottolinea Franco Veccia, Delegato Regionale per la Pastorale Sociale e del Lavoro – ma di una condizione che genera isolamento, indebolisce i legami comunitari e compromette la dignità delle persone, colpendo in modo particolare giovani, famiglie e anziani».

Lavoro: cresce l’occupazione, ma aumenta la precarietà

Nel 2024 gli occupati marchigiani sono saliti a 644 mila (+0,5% rispetto al 2023), ma la crescita è sostenuta quasi esclusivamente dal lavoro autonomo. I contratti a tempo indeterminato diminuiscono di circa 5.000 unità, mentre oltre la metà delle nuove assunzioni avviene con contratti a termine o intermittenti. Aumentano anche gli inattivi (+0,8%) e si rafforza il fenomeno del lavoro povero.

A preoccupare è soprattutto l’impennata della cassa integrazione, che raggiunge 23,4 milioni di ore (+44,9%), trainata dalla crisi dell’industria manifatturiera, in particolare nei settori moda, calzature e tessile.

Invecchiamento, calo delle nascite e fragilità sociali

La popolazione marchigiana continua a diminuire e a invecchiare: al 31 dicembre 2024 i residenti sono 1.481.252, con un’età media di 47,9 anni. I nati sono appena 8.246, in calo del 6,3% rispetto all’anno precedente. Gli over 64 rappresentano oggi il 26% della popolazione, percentuale destinata a salire al 35% entro il 2050.

Sono circa 75.000 gli anziani non autosufficienti, ma il sistema pubblico di assistenza copre solo il 36% del fabbisogno complessivo. «Il peso dell’assistenza ricade in larga parte sulle famiglie – osserva Veccia – mettendo seriamente a rischio la sostenibilità sociale, familiare e previdenziale della nostra regione».

Redditi nominali in crescita, ma il potere d’acquisto diminuisce

Il reddito medio delle famiglie marchigiane sale a 23.705 euro (+5,8%), ma l’aumento dei costi di alimentari, energia e affitti annulla i benefici reali. Cresce la povertà alimentare: nel 2024 oltre 43.000 persone hanno ricevuto aiuti dal Banco Alimentare (+32% rispetto al 2023).

Aumentano anche le rinunce alle cure sanitarie: l’indicatore sale al 10,6%, con un incremento significativo rispetto agli anni precedenti.

Povertà in aumento e welfare sotto pressione

Il 5,6% delle famiglie vive in povertà assoluta, mentre nel 2024 l’11,9% si trova in povertà relativa, un dato superiore sia alla media nazionale che a quella del Centro Italia. La sostituzione del Reddito di cittadinanza con l’Assegno di Inclusione ha ridotto drasticamente la platea dei beneficiari, lasciando scoperte molte situazioni di povertà cronica.

Nel frattempo la spesa sociale dei Comuni marchigiani resta tra le più basse del Centro Italia (132 euro pro capite), mentre le aree interne continuano a spopolarsi, con la chiusura progressiva di servizi essenziali.

Le richieste alla Regione Marche

Alla luce di questo quadro, Franco Veccia lancia un appello alle istituzioni regionali: «Chiediamo alla Regione Marche la riattivazione di un Tavolo tecnico-politico permanente per la revisione delle politiche di contrasto alla povertà e la creazione di un Osservatorio regionale sulla Povertà, integrato con quello sulle Vulnerabilità già esistente».

Tra le richieste anche «risorse aggiuntive per i nuclei esclusi dall’Assegno di Inclusione, misure straordinarie per il diritto all’abitare, alla salute e all’alimentazione», oltre al «finanziamento della legge regionale n.31/2020 per promuovere la cultura della partecipazione democratica» e alla «proposta di un Osservatorio regionale sulle Aree interne, valorizzando agricoltura, turismo e cooperazione come opportunità per restare o tornare».

Le proposte per i Comuni: partecipazione, reti e comunità educanti

Accanto alle richieste, vengono avanzate proposte concrete rivolte alle Amministrazioni comunali e alle Unioni dei Comuni. Tra queste, la promozione del Bilancio partecipativo, la creazione di una Rete integrata di contrasto alla povertà e l’avvio di un Patto Educativo di Comunità, definito da Veccia «un “Noi generativo” capace di rimettere i giovani al centro, contrastare la povertà educativa e ricostruire legami sociali solidi».

«Serve una visione condivisa – conclude Veccia – che rimetta al centro la persona, il lavoro dignitoso e la partecipazione. Solo così le Marche potranno affrontare le sfide sociali che le stanno attraversando».

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