(Foto Vatican Media/SIR)

“In continuità con quanto insegnato dal Concilio Vaticano II e dai miei predecessori, perseguire la piena comunione tra tutti coloro che sono battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, nel rispetto delle legittime differenze, è una delle priorità della Chiesa cattolica e in modo particolare del mio ministero di vescovo di Roma, il cui ruolo specifico a livello di Chiesa universale consiste nell’essere al servizio di tutti per costruire e preservare la comunione e l’unità”.

Lo ha assicurato il Papa, nel discorso al termine della Divina Liturgia presieduta dal patriarca Bartolomeo nella chiesa patriarcale di San Giorgio a Istanbul.

“Per rimanere fedeli alla volontà del Signore di prenderci cura non solo dei nostri fratelli e sorelle nella fede, ma di tutta l’umanità e dell’intero creato, le nostre Chiese sono chiamate a rispondere insieme agli appelli che lo Spirito Santo rivolge loro oggi”, l’auspicio di Leone XIV: “In questo tempo di sanguinosi conflitti e violenze in luoghi vicini e lontani, i cattolici e gli ortodossi sono chiamati ad essere costruttori di pace”. “Si tratta certamente di agire e di porre delle scelte e dei segni che edificano la pace, ma senza dimenticare che essa non è solo il frutto di un impegno umano, bensì è dono di Dio”, l’indicazione di rotta: “Perciò, la pace si chiede con la preghiera, con la penitenza, con la contemplazione, con quella relazione viva col Signore che ci aiuta a discernere parole, gesti e azioni da intraprendere, perché siano veramente a servizio della pace”.

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