“Chi disprezza i legami fondamentali e non impara a sostenerne persino i limiti e le fragilità, più facilmente diventa intollerante e incapace di interagire con un mondo complesso”.

A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, nel suo primo discorso in Turchia, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico, in cui ha esortato “a stabilire un collegamento – ancora una volta un ponte – fra i destini di tutti e l’esperienza di ciascuno”, a partire dalla famiglia, che “per ognuno di noi è stata il primo nucleo della vita sociale, in cui sperimentare che senza l’altro non c’è io”. “Più che in altri Paesi, la famiglia conserva nella cultura turca una grande importanza e non mancano iniziative per sostenerne la centralità”, l’omaggio di Leone XIV: “Al suo interno, infatti, maturano atteggiamenti essenziali per la convivenza civile e una prima, fondamentale sensibilità verso il bene comune”. “Certo, ogni famiglia può anche chiudersi in sé stessa, coltivare inimicizie, o impedire a qualcuno dei suoi membri di esprimersi, fino a ostacolare lo sviluppo dei suoi talenti”, ha ammesso il Papa: “Tuttavia, non è da una cultura individualistica, né dal disprezzo del matrimonio e della fecondità, che le persone possono ottenere maggiori opportunità di vita e di felicità”. “A questo inganno delle economie consumistiche, in cui le solitudini diventano business, è bene rispondere con una cultura che apprezza gli affetti e i legami”, la proposta di Leone: “Solo insieme diventiamo autenticamente noi stessi. Solo nell’amore diventa profonda la nostra interiorità e forte la nostra identità”. “Le donne, anche attraverso lo studio e la partecipazione attiva alla vita professionale, culturale e politica, sempre più si mettono a servizio del Paese e della sua positiva influenza nel panorama internazionale”, ha sottolineato il Papa, secondo il quale “sono molto da apprezzare le importanti iniziative in tal senso, a sostegno della famiglia e del contributo femminile alla piena fioritura della vita sociale”.

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