di Alessandro Palumbi
ASCOLI PICENO – Si è tenuto, venerdì 21 novembre 2025, presso il Teatro Parrocchiale della chiesa di San Luca Evangelista a Villa Pigna (AP), l’incontro gestito da Giorgio Rocchi, presidente della Caritas di Ascoli Piceno, sui dati riguardanti gli indici di povertà. Presenti, in veste di relatori, il sopra citato Rocchi, il professore e sociologo Maurizio Fiasco, il Responsabile Ufficio Studi Caritas Italiana Walter Nanni, Stefano Felice come rappresentanza della Caritas e, infine, il Vescovo Giampiero Palmieri.
Presenti, tra il pubblico, il Sindaco di Folignano, Matteo Terrani, Il Viceprefetto Vicario, il dott. Gianluca Braga, il Questore di Ascoli Piceno, il dott. Aldo Fusco, il Maggiore della Capitaneria di porto, Francesco Sangermano, la dott.ssa Annina Brunozzi, rappresentante dell’INPS, don Francesco Fulvi, parroco della parrocchia di S. Luca, Fernando Palestini, vice direttore della Caritas di San Benedetto del Tronto, il vice sindaco di Ascoli, l’Assessore Massimiliano Brugni e, per concludere, diversi esponenti della Caritas, di Zarepta e dell’Associazione Betania.
MATTEO TERRANI: “Il quadro è desolante”, GIANLUCA BRAGA: “Le istituzioni abbiano uno sguardo più attento al fenomeno della povertà”
Viene invitato a parlare il Sindaco di Folignano, Matteo Terrani, che presenta un quadro che definisce “desolante”: crescono le disuguaglianze sociali, sono aumentate le bollette, crescono le vulnerabilità sociali cose che si possono vedere dai dati; non crescono, invece, salari e pensioni. A dimostrazione di questo viene fatto presente come nel corso degli anni passati dal suo primo incarico come assessore, sia diventato sempre più difficile garantire una risposta a coloro che chiedono aiuto e di come le spese ed il budget siano stati versati soprattutto verso le politiche sociali. L’appello del Sindaco è quello di fare la propria parte, non solo come istituzioni, ma proprio come singoli. Dopo Matteo Terrani, è invitato il Viceprefetto Vicario, il dott. Braga, anche lui, come Terrani, si dimostra preoccupato per questa situazione e ringrazia la Caritas e le sue braccia operative. Anche il suo appello è che le istituzioni abbiano uno sguardo sempre più attento al fenomeno della povertà. Ultimo a parlare è il Questore di Ascoli Piceno, il dott. Fusco, anche lui rimane fedele a quanto detto dai predecessori ed aggiunge che, sebbene possa sembrare strano che la Questura s’interessi a queste questioni, qualsiasi problema di marginalità sociale nel nostro Paese diventa un problema di ordine pubblico e di sicurezza pubblica. Il Questore conclude poi il suo intervento lodando le iniziative della Caritas e delle sue braccia operative che si sono dimostrate salvifiche.
MONS. PALMIERI: “La riunione di questa sera sono due schiaffi in faccia, si veda la realtà per quello che è”
Prende la parola il Vescovo Giampiero Palmieri che introduce gli interventi che seguiranno prendendo come spunto di partenza l’Enciclica Dilexit te, iniziata da Papa Francesco ed ultimata da Papa Leone XIV. L’enciclica tratta del cuore dell’uomo: parte dal cuore divino ed umano di Gesù per poi passare a parlare di quello dell’uomo. Il fulcro dell’Enciclica è quello di puntare non solo alle dinamiche sociali dell’uomo, ma soprattutto a quelle interiori, a quello che avviene nel cuore dell’uomo. Il cuore dell’uomo dev’essere guarito rispetto alla sua capacità di amare, questo accade di fronte al povero: egli non è quello da aiutare, ma quello che aiuta noi. Quando abbiamo a che fare con un povero abbiamo qualcuno o qualcosa che ci smuove dal nostro individualismo. Se il cuore non guarisce diventa individualista, quindi malato. Nell’enciclica poi è presente quello che, secondo Papa Francesco, è la più grande malattia dell’uomo: l’indifferenza. Per questo la Caritas presenta questa raccolta dati con il titolo di Fuori campo, perché ci permette di dare uno sguardo, di osservare quello che normalmente non vediamo o non vogliamo vedere in quanto indifferenti. A riprova di questa “malattia” c’è chi definisce il voler prendersi cura del povero come mero sentimentalismo. L’appello lanciato dal Vescovo è che il titolo di questa indagine abbia lo stesso effetto di ricevere due schiaffi, due schiaffi che richiamino all’attenzione. C’è una realtà da guardare e da chiedersi: “insieme come la vuoi affrontare?” Perché c’è modo e modo di farlo. Il Vescovo conclude questa parte introduttiva sottolineando il perché sia stata scelta la Parrocchia di S. Luca Evangelista, per tre motivi: il primo è il voler tornare ad un ambito ecclesiale, in uno spazio di comunità cristiana affinché questa sia richiamata all’osservare la sua missione principale, ovvero i poveri; il secondo è perché S. Luca, tra gli Evangelisti, è quello che maggiormente cita i poveri. Infine, il terzo è perché il comune di Villa Pigna presenta la percentuale più alta del gioco d’azzardo rispetto alla media nazionale.
WALTER NANNI: “Il titolo Fuori campo è evocativo, cerca di attirare l’attenzione su tutte le situazioni al di fuori dell’agenda politica, istituzionale e mediatica”
Prende la parola Walter Nanni, il Responsabile Ufficio Studi Caritas Italiana, egli spiega come la Caritas abbia la capacità di riportare dati anche basandosi su semplici discorsi fatti con persone, cosa che va a differenziarsi rispetto ad uno studio prettamente universitario. Questi dati non sono il frutto di uno studio ad hoc ed occasionale, ma raccontano uno, due ma anche tre anni di accompagnamento e presenza vicino alle persone che soffrono il disagio, povertà ed esclusione. Questa capacità è resa più forte grazie ad un sistema, promosso da Caritas Italiana, che è unico e permette di raccogliere dati oggettivi: ogni giorno ci sono persone in centri d’accoglienza o parrocchie che raccolgono le testimonianze, le voci di chi non può parlare. Questo perché la povertà è un qualcosa di molto trasversale e sono situazioni così complesse che non hanno qualcosa in comune o un sindacato che difende i propri interessi. Dettaglio interessante che Nanni ha fatto notare è che non tutti i poveri sono “fissi”, ma ci sono quelli che per alcuni periodi non lo sono ed in altri finiscono sul lastrico e questa cosa rende molto difficile l’intervento degli operatori: non tutte le persone che vengono in Caritas ritornano a chiedere aiuto. Il titolo Fuori campo è evocativo perché cerca di attirare l’attenzione su tutte le situazioni che sono al di fuori dell’agenda politica, istituzionale e mediatica.
Nanni procede con un confronto tra l’indice del primo rapporto Caritas (risalente a circa 30 anni fa) con quello attuale ed i temi sono, prevedibilmente diversi. Trent’anni fa il primo rapporto di Caritas Italiana metteva in luce il problema degli anziani, quello dei minori e dei giovani a rischio, dipendenze da sostanze, che trent’anni fa riguardavano soprattutto le sostanze e che ora riguardano anche dipendenza da shopping, dal gioco d’azzardo, dal proprio aspetto fisico ed altre ancora. Altro tema è quello della giustizia e della detenzione per concludere con un test-study ovvero uno studio di quelle persone che sono senza fissa dimora. L’indice di quest’anno si sofferma su alcuni temi: ingiustizia sulle disuguaglianze economiche, povertà multidimensionale, deriva dell’azzardo industriale e welfare energetico.
A conclusione l’intervento Nanni propone alcuni dati e quello più allarmante è sicuramente l’aumento della povertà del 43%, un totale di 6.744.000 persone povere di cui 2.000.000 sono le famiglie e, nonostante bonus e contromisure, l’obiettivo non è stato raggiunto. Nel successivo confronto tra i dati delle famiglie italiane e quelle straniere la situazione rimane grave: per quanto riguarda gli stranieri il 35% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà, mentre per le famiglie italiane il dato si assesta in torno al 6%. Altro dato riguarda le fasce d’età: più i giovani e gli adulti degli anziani, anche se, con il tempo si sta alzando anche la percentuale degli anziani. Si parla di working poor, giovani lavoratori che cominciano a lavorare tardi e non potranno maturare contributi ed avere una buona pensione. Si può parlare di povertà ereditaria: si è notato come un’alta percentuale di chi si trova in condizioni di disagio ha solo la terza media e si è visto come chi vive in queste condizioni è figlio di chi ha vissuto in queste condizioni. Tra gli ospiti Caritas il 48% è disoccupato, il 30% è occupato povero.
MAURIZIO FIASCO: Placanica: “il debito inestinguibile è il più individuale dei drammi sociali. Terreno dove il singolo, e la sua comunità, affronta i più crudi termini della vita non avendo altra alternativa che la disperazione”
La parola passa a Maurizio Fiasco, sociologo e professore, che presenta un approfondimento sulla questione del sovraindebitamento: si tratta di un’espressione arida: si tratta di uno squilibrio tra i debiti e la possibilità di farvi fronte. Tale squilibrio è tanto grande che, nonostante le ingenti spese atte ad estinguere il debito, si finisce comunque in una condizione di pesante insolvenza.
C’è una particolare dimensione dell’intelligenza umana: quella del buon samaritano, è un’intelligenza che inquadra razionalmente la situazione ma che si avvantaggia dell’intelligenza emotiva, il cuore è un sentimento e l’attivazione di tante facoltà della nostra mente. Il buon samaritano inquadra le ragioni della sofferenza del maltrattato, vede l’indifferenza degli spettatori, che è di due tipi: non empatia e stupidita; capisce allora la decisione migliore: aiutare la persona che soffre. Davanti al potere della situazione di capire la situazione, il buon samaritano si avvantaggia delle due componenti dell’intelligenza che trovano sintesi nell’anima più genuina della persona.
Fiasco decide di porre fuori da una sfera giuridica il concetto di sovraindebitamento e lo ridefinisce come l’andare avanti di una condizione. Egli parte da una citazione di Augusto Placanica, presidente della fondazione Antonio Genovesi, egli era stato un esponente della corrente dell’Illuminismo napoletano a cui diede un contributo non rintracciabile in altri Paesi d’Europa: egli sviluppò una concezione dell’utilità basata sulla comunità, questa era la matrice di un’efficienza economico-sociale ben maggiore rispetto a quelle basate sull’utilitarismo che porta a considerare la povertà come una colpa e, perciò, la comunità si sente in dovere di non considerare chi è povero proprio perché colpevole del proprio insuccesso. Questa definizione Augusto Placanica la conia quando nel 1983 pubblica una ricerca sulle bolle censuarie: nel terremoto del 1783 nella Calabria Ulteriore, negli archivi si scoprono 15000 bolle censuarie, cioè obbligazioni assunte da contadini poveri e danneggiati dal terremoto che, a fronte di un’erogazione di denaro codificato da un contratto scritto davanti ad un notaio, s’impegnavano a restituire una somma perenne al prestatore.
Società ed istituzioni conoscono il termine sovraindebitamento? Il sovraindebitamento è un sovvertimento di condizione: da famiglia stabile ad instabile, da famiglia instabile ad una che entra in una spirale del continuo peggioramento della condizione e così via fino ad arrivare ad una condizione di povertà assoluta. È un evento dinamico che conosce diverse fasi e per questo contenibile e guaribile. Si può collegare l’interesse pubblico ad i benefici che vengono dal tirare fuori un fratello da una condizione che lo spinge verso la miseria.
Il sovraindebitamento emerge in momenti di shock economico e Fiasco ne propone alcuni: 1992, 2008, 2020, 2022-2025; momenti in cui l’economia stava collassando, momenti di crisi che però hanno portato ad importanti cambiamenti e che hanno sfruttato il sovraindebitamento per uscirne.
STEFANO FELICE: Un po’ di dati relativi al territorio
Conclude l’incontro Stefano Felice, operatore Caritas che propone alcuni dati confrontandoli con quelli del 2023. Parte con la questione cittadinanza di cui non nota particolari cambiamenti a livello di percentuali. Di questo 62% parte maggiore è rappresentata dal Marocco con il 9,7%, parte in discesa è quella dell’Ucraina poiché le varie progettualità portata avanti dalle Caritas riguardava gli ucraini, si è scesi dal 6,7% al 3,8%. Andando a vedere le fasce d’età la parte maggiore è rappresentata dalla fascia 18-34 anni con il 23,9 %, abbiamo poi i 35-44 anni con il 18,5% e c’è poi una crescita sostanziale della fascia over 65 dall’8,5% al 10,9%. Da sottolineare è il numero dei passaggi di queste 3476 persone nel 2024 sono state 25525: queste persone si sono recate nei centri d’ascolto con una media di circa 7 volte, cosa in lines con il dato nazionale, ed 81 persone ogni giorno hanno beneficiato dei servizi Caritas del territorio.
Rispetto ai passaggi, quota in linea con il dato nazionale, è che, nonostante la fascia 18-34 anni sia la più piena è quella che sfrutta i servizi con una percentuale del solo 16%. Invece la fascia 45-64 anni presenta una percentuale di passaggi del 22%.
Prendendo il dato occupazionale sappiamo che di questi 3476 il 15,28% sono persone che lavorano, di più rispetto al 2023 dove erano l’11%. La parte dei disoccupati, ad oggi, è del 38,18%, nel 2023 la percentuale era del 52%. Per quanto riguarda i pensionati la percentuale si assesta intorno all’11,8% rispetto al 9% del 2023. Gli studenti ricoprono il 17,8% (2024) rispetto al 7% del 2023.
Focus importante è stato quello fatto sulla questione abitativa ed i dati del 2024 devono far riflettere: i senzatetto sono cresciuti del 5,7% ed è un elemento in costante crescita, così come quelli che vivono in case fatiscenti o roulotte che sono cresciute dell’1,8% o come la crescita del 5,3% di quelli che vivono da amici. Quelli in attesa di una sistemazione sono in crescita del 9,3%. Quelli che hanno la casa di proprietà sono un 10%, quelli in affitto 49%.
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Purtroppo, ed è inutile girarci intorno fino a quando in Italia ci sarà un governo di destra la situazione generale non potrà che peggiorare.
Questi, e mi fermo qui, non hanno minimamente a cuore la situazione di chi rimane indietro e soprattutto tentano di smantellare quel poco di attività sociale impegnate nell’integrazione e nella solidarietà.