DIOCESI – Si stanno svolgendo in questi giorni, in entrambe le Diocesi del Piceno, gli incontri di Vicaria, con un focus particolare sui Consigli Pastorali parrocchiali.
Questi gli incontri che già si sono tenuti: Domenica 16 Novembre 2025 nella Vicaria “Venerabile padre Giovanni dello Spirito Santo“; Lunedì 17 Novembre nelle Vicarie “Madonna di San Giovanni” e “Santa Maria in Montesanto”; Martedì 18 Novembre nella Vicaria della Vallata; Mercoledì 19 Novembre nella Vicaria della Città.
Questi gli incontri restanti: oggi, Giovedì 20 Novembre, nella Vicaria “San Giacomo della Marca” e nella Vicaria della Montagna; Venerdì 21 Novembre nella Vicaria del Marino; Mercoledì 26 Novembre nella Vicaria “Beata Maria Assunta Pallotta”.
Per l’occasione l’arcivescovo Gianpiero Palmieri ha inviato ai presbiteri e ai diaconi, ai componenti dei Consigli Pastorali parrocchiali e alle Comunità Cristiane, una lunga lettera in cui ribadisce la centralità del Consiglio Pastorale parrocchiale nella vita ecclesiale di ogni comunità.
Nella missiva, dopo aver spiegato le sue tre funzioni principali, il vescovo ricorda anche che, secondo le decisioni già prese dal Sinodo universale e da Papa Francesco, il Consiglio Pastorale è obbligatorio in ogni parrocchia e, visto il particolare momento storico che stiamo vivendo e che sollecita particolarmente a camminare insieme, chiede a tutti i parroci e a tutte la comunità parrocchiali di rinnovare i Consigli Pastorali al massimo entro Giugno 2026.
Palmieri specifica anche i criteri con cui individuare chi farà parte del Consiglio. Tra tutti, particolare priorità va data alle persone che abbiano il “carisma di discernimento“, specificando che con questa espressione non si intendono affatto persone “troppo prudenti”; al contrario, in questa fase sono necessarie “persone coraggiose ed audaci”.
Per comprendere al meglio cosa significhi il dono del discernimento, sono previsti, durante il nuovo Anno Pastorale 2025/2026, tre incontri serali di Vicaria, ai quali sono invitati tutti gli attuali componenti dei Consigli Pastorali parrocchiali e i Parroci, per sperimentare insieme in cosa consista questo nuovo stile a cui la Chiesa è chiamata. Oltre al primo incontro che si sta tenendo in questa settimana, ce ne saranno altri due: il secondo tra il 23 Febbraio e il 6 Marzo 2026, mentre il terzo tra il 27 Maggio e l’8 Giugno 2026.
Riportiamo di seguito la lettera integrale del vescovo Gianpiero Palmieri:
Carissimi presbiteri e diaconi,
carissimi fedeli dei consigli pastorali,
carissime comunità cristiane delle Diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto,
stiamo vivendo un periodo davvero vivo e fecondo della Chiesa, un tempo di scelte importanti che vogliono permetterci di attraversare questo cambiamento d’epoca rinnovando profondamente il volto della comunità cristiana, perché possa essere sempre più missionaria.
Il documento finale del XVI Sinodo dei Vescovi pubblicato nell’ottobre 2024 (“Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”) e quello del Cammino sinodale della Chiesa italiana sottolineano il ruolo chiave dei consigli pastorali, diocesani e parrocchiali, nel contesto di questo rinnovamento.
Infatti, come il “luogo-sorgente” della vita di una comunità ecclesiale è la celebrazione dell’Eucarestia, lì dove il Mistero celebrato genera e alimenta la comunione con il Signore e tra di noi, così il consiglio pastorale è un “luogo centrale” in cui un gruppo di persone, alla luce della Parola di Dio e a nome di tutti, discerne e si assume la responsabilità di prendere delle decisioni.
Il consiglio pastorale è come il cuore del corpo ecclesiale, che funziona se vive il duplice movimento della sistole e della diastole: è il punto in cui convergono le riflessioni e le proposte di tutti e quello da cui emergono le sintesi e le indicazioni che servono da stimolo a tutti.
Secondo le decisioni già prese dal Sinodo universale e da Papa Francesco (a cui segue di conseguenza una modifica del Diritto Canonico), il consiglio pastorale è obbligatorio in ogni parrocchia e ha tre funzioni:
– vivere il discernimento comunitario, che è un esercizio di preghiera, ascolto della Parola, ascolto dei segni dei tempi e ascolto reciproco, con lo scopo di cogliere l’ispirazione dello Spirito e la volontà di Dio;
– prendere insieme le decisioni importanti sulla vita della comunità, maturando il consenso di fede dei fedeli non “a maggioranza relativa o assoluta” ma il più possibile in maniera ampia e convergente. Spetta poi al vescovo e al presbitero la responsabilità della decisione finale, che conferma o meno l’autenticità evangelica ed ecclesiale del cammino compiuto e della scelta maturata;
– verificare la vita della comunità, le decisioni prese e le esperienze pastorali attivate, e rendere conto alla comunità stessa dei passaggi compiuti, in uno stile di piena trasparenza.
Questi documenti della Chiesa ribadiscono che i consigli pastorali non sono solo “consigli” a servizio delle decisioni del parroco, ma luoghi centrali e vitali di vita comunitaria. Far parte del consiglio pastorale della parrocchia o del consiglio direttivo dalla propria associazione o comunità ecclesiale, secondo queste indicazioni, è allora una importante responsabilità: richiede aver maturato un vero “senso della fede” e direi anche un vero “senso di Chiesa”, doni dello Spirito Santo, che permettano di servire gli altri liberi da ogni interesse personale o di gruppo e riconciliati rispetto alla relazione con i fratelli.
La situazione delle nostre due Diocesi rispetto ai consigli pastorali parrocchiali è la seguente:
– nella Diocesi di Ascoli nel dicembre 2022 il vescovo e il consiglio presbiterale hanno deliberato l’obbligatorietà del consiglio pastorale parrocchiale e fissato un nuovo statuto, sulla base del quale ogni parrocchia ha costituito un consiglio pastorale per il triennio 2023-2025. Nel dicembre di quest’anno quindi, tali consigli pastorali decadono;
– nella Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, i consigli pastorali anch’essi obbligatori sono stati eletti il 31 ottobre 2021 per la durata di cinque anni, secondo la lettera del vescovo Carlo del 10 ottobre 2021. Scadranno quindi nell’ottobre 2026.
La necessità di camminare insieme e di ripensare i consigli sulla base delle indicazioni della Chiesa universale, mi spinge a chiedere a tutti i parroci e a tutte la comunità parrocchiali di rinnovare i consigli pastorali, pur tenendo conto con sapienza della situazione delle parrocchie che vivono un cambiamento di parroco (al massimo entro giugno 2026).
Per individuare chi farà parte del consiglio, ci atteniamo a questi criteri:
– persone che hanno il carisma del discernimento, vale a dire la capacità di valutare le situazioni non con criteri e calcoli solo “umani”, ma alla luce della fede e del Vangelo;
– un numero non troppo grande di persone, massimo venti, per consentire il lavoro comune;
– un criterio di rappresentatività rispetto alle realtà ecclesiali presenti in parrocchia (associazioni, gruppi, ecc.);
– persone che fanno parte del consiglio uscente e persone nuove, possibilmente giovani o, come suggeriva il vescovo Carlo nella sua lettera del 10 ottobre 2021, anche immigrati (quindi: evitiamo di confermare sempre le stesse persone).
Carisma di discernimento non significa affatto persone “troppo prudenti”. Al contrario, in questa fase sono necessarie persone coraggiose e audaci. Per la scelta e per spiegare alla comunità cosa significhi il dono del discernimento, il parroco può farsi aiutare da tutti i fedeli attraverso il suggerimento di possibili candidati. In una domenica qualsiasi dell’anno liturgico, terminata la celebrazione, dopo una breve catechesi sul dono del discernimento, chiederà a tutti di indicare, per iscritto e in maniera anonima, dei nomi per il consiglio pastorale parrocchiale. Una volta individuati in questa maniera i candidati, potrà procedere alla nomina diretta di alcuni di loro o all’elezione. Si evitino dinamiche da competizione, ma si conservi sempre lo stile del discernimento di ciò che lo Spirito suggerisce.
Per gli attuali consiglieri sono previsti tre incontri serali di vicaria, per sperimentare insieme ai parroci questo nuovo stile di vivere il consiglio pastorale (chiedere volta per volta al proprio parroco la data precisa, il luogo e l’orario):
– nella settimana tra il 16 e il 20 novembre
– nelle due settimane tra il 23 febbraio e il 6 marzo
– nelle due settimane tra il 27 maggio e l’8 giugno.
Ci saranno anche due incontri formativi (oltre quello con Paola Bignardi):
– 22 gennaio con fratel Enzo Biemmi
– 19 marzo con mons. Erio Castellucci.
Il testo delle linee pastorali, pubblicato entro la fine del giubileo, aiuterà il lavoro dei consigli pastorali e dei gruppi parrocchiali con un duplice vademecum: “come vivere il discernimento comunitario” e quello su “come ripensare il primo annuncio agli adulti e ai giovani”.
Ringrazio insieme a voi il Signore per il dono di due nuovi sacerdoti, Francesco e Giovanni, che verranno ordinati il 22 di novembre e di un nuovo diacono, Emanuele, ordinato il 7 dicembre.
Saluto tutti con affetto, auguro a tutti una felice conclusione dell’anno giubilare!
Vostro
+ Gianpiero Palmieri
Al termine della lettera viene riportato anche lo stralcio del Documento finale del Sinodo dei Vescovi 2024, in cui si approfondisce il tema del discernimento:
“Nella preghiera e nel dialogo fraterno, abbiamo riconosciuto che il discernimento ecclesiale, la cura dei processi decisionali e l’impegno a rendere conto del proprio operato e a valutare l’esito delle decisioni assunte sono pratiche con le quali rispondiamo alla Parola che ci indica le vie della missione. Queste tre pratiche sono strettamente intrecciate. I processi decisionali hanno bisogno del discernimento ecclesiale, che richiede l’ascolto in un clima di fiducia, che trasparenza e rendiconto sostengono. La fiducia deve essere reciproca: coloro che prendono le decisioni hanno bisogno di potersi fidare e ascoltare il Popolo di Dio, che a sua volta ha bisogno di potersi fidare di chi esercita l’autorità. Questa visione integrale evidenzia che ciascuna di queste pratiche dipende dalle altre e le sostiene, a servizio della capacità della Chiesa di svolgere la propria missione. Impegnarsi in processi decisionali imperniati sul discernimento ecclesiale e assumere una cultura della trasparenza, del rendiconto e della valutazione richiede una adeguata formazione non solo tecnica, ma capace di esplorarne i fondamenti teologici, biblici e spirituali. Tutti i Battezzati hanno bisogno di questa formazione alla testimonianza, alla missione, alla santità e al servizio, che mette in risalto la corresponsabilità. Assume forme particolari per coloro che svolgono incarichi di responsabilità o a servizio del discernimento ecclesiale“.
(Documento finale Sinodo dei Vescovi 2024 nn.79-80)