L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (Oidac Europa) ha registrato 2.211 crimini d’odio anticristiani nel 2024. “Dietro questo numero ci sono casi concreti di vandalismo nelle chiese, incendi dolosi e violenza fisica che hanno conseguenze reali sulla vita delle comunità locali”, ha affermato Anja Tang, direttrice dell’organizzazione non governativa con sede a Vienna. Il rapporto annuale, pubblicato oggi, ha raccolto dati provenienti dalle statistiche ufficiali della polizia europea e da altre fonti, tra cui l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). La maggior parte dei crimini d’odio anticristiani nel 2024 è stata documentata in Francia (770), Regno Unito (502), Germania (337) e Austria (116). In Austria, il gruppo di monitoraggio segnala che questi includono numerosi casi di vandalismo nelle chiese, nonché dodici aggressioni fisiche. Per la Germania, le statistiche della polizia relative allo scorso anno mostrano 337 reati anticristiani, circa il 22% in più rispetto all’anno precedente. L’Oidac ritiene particolarmente allarmante il fatto che lo scorso anno siano stati registrati 94 incendi dolosi contro chiese e istituzioni religiose. Si tratta di quasi il doppio rispetto al 2023. La maggior parte dei casi di incendi dolosi contro le chiese è stata documentata in Germania, con 33 casi. Secondo il gruppo di monitoraggio, questa tendenza sembra continuare. La direttrice Tang sottolinea l’elevato numero di casi non segnalati: in Polonia, ad esempio, metà dei circa 1.000 sacerdoti intervistati ha riferito di essere stata vittima di aggressioni lo scorso anno. Tuttavia, oltre l’80% non ha denunciato gli incidenti alla polizia. “Quando metà dei sacerdoti in un Paese a maggioranza cattolica subisce abusi, gli atteggiamenti ostili nei confronti dei cristiani non possono più essere liquidati come una questione marginale”, ha affermato Tang, che ha anche evidenziato l’aumento delle restrizioni legali e sociali alla libertà religiosa. “Questi sviluppi dimostrano l’urgente necessità di rafforzare la libertà religiosa in Europa, incluso il diritto di esprimere apertamente le proprie convinzioni religiose o filosofiche senza timore di repressione o censura”, ha sottolineato Tang.