“Il creato sta gridando attraverso inondazioni, siccità, tempeste e caldo implacabile.”

Lo afferma Papa Leone XIV nel videomessaggio rivolto alle Chiese particolari del Sud del Mondo riunite nel Museo Amazzonico di Belém, collegando questo grido alla vita dei più vulnerabili che vivono tali mutamenti come una minaccia quotidiana. Per il Papa, “voi avete preferito la speranza e l’azione alla disperazione, costruendo una comunità globale che lavora insieme”, riconoscendo l’impegno delle comunità amazzoniche e dei partecipanti alla Cop30. A questo proposito Leone XIV spiega che “c’è ancora tempo per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto degli 1,5°C, ma la finestra si sta chiudendo”, indicando l’urgenza di una risposta condivisa. Quindi, il Pontefice aggiunge che “l’Accordo di Parigi ha portato progressi concreti e continua a essere il nostro strumento più forte per proteggere le persone e il pianeta”, richiamando la necessità di una volontà politica capace di dare attuazione agli impegni assunti. Tuttavia, il Papa ricorda che “non è l’Accordo che sta fallendo, ma siamo noi che stiamo fallendo nella nostra risposta”, invitando a superare inerzie e resistenze. Il Pontefice prosegue sottolineando che “siamo custodi del creato, non rivali per le sue spoglie”, insistendo su una responsabilità comune che unisce scienziati, leader e pastori. In conclusione, il Papa ribadisce che “che questo Museo Amazzonico sia ricordato come il luogo in cui l’umanità ha preferito la cooperazione alla divisione e alla negazione”, indicando nell’Amazzonia un simbolo vivente di una creazione che chiede cura e profezia.

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