“Nel mondo globalizzato che abitiamo, la dignità del lavoratore molte volte continua ad essere violata”.
A denunciarlo è il Papa, nel messaggio in spagnolo inviato ai partecipanti alla XXXI Conferenza industriale argentina, che si svolge a Buenos Aires. “La Chiesa ricorda che l’economia non è un fine in sé, ma un aspetto essenziale, seppur parziale, del tessuto sociale nel quale si sviluppa il progetto d’amore che Dio ha per ogni essere umano”, scrive il Papa soffermandosi sull’attualità della Rerum Novarum: “Il bene comune esige che la produzione e il profitto non vengano perseguiti in modo isolato, ma siano orientati alla promozione integrale di ogni uomo e di ogni donna. Per questo il mio predecessore Leone XIII ricordava che, se i lavoratori ricevono un salario giusto, ciò permette loro non solo di sostenere le proprie famiglie, ma anche di aspirare a una piccola proprietà e di amare di più la terra coltivata con le proprie mani, dalla quale attendono sostentamento e dignità, e così aprirsi ad aspirazioni più elevate per la propria vita e per quella dei loro cari”. Nella stessa linea, Leone XIII avvertiva anche che “coloro che godono di abbondanza materiale devono evitare con cura di danneggiare minimamente il sostentamento dei meno fortunati, il quale — seppur modesto — deve essere considerato sacro, proprio perché costituisce il supporto indispensabile della loro esistenza”. “Queste parole risuonano come una sfida costante, perché ci invitano a non misurare il successo dell’impresa soltanto in termini economici, ma anche nella sua capacità di generare sviluppo umano, coesione sociale e cura del creato”, il commento di Papa Leone.




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