Un fenomeno drammatico e troppo spesso ignorato scuote l’Italia e l’Europa: l’uccisione di bambini e neonati da parte dei genitori. Secondo i dati diffusi dall’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto, negli ultimi dieci anni sono stati 292 i minori uccisi, spesso proprio da chi avrebbe dovuto proteggerli. “Accanto al femminicidio – denuncia don Di Noto – ogni giorno si consuma un’altra tragedia, quella dei bambini vittime di raptus, conflitti familiari o gravi disturbi psichici”. Una media impressionante: ogni settimana in Italia due o tre figli vengono uccisi o subiscono tentativi di omicidio, per un totale di circa cento vittime o presunte vittime l’anno. Le cause più frequenti sono separazioni conflittuali, disagio sociale e psichico, fino alle stragi familiari in cui intere case diventano teatro di orrori.
Due episodi recenti hanno riportato l’attenzione su questa piaga. A Muggia, in provincia di Trieste, una madre di 55 anni ha ucciso il figlio di nove anni, affidato al padre dopo la separazione, tagliandogli la gola. La donna, seguita da tempo dai servizi sociali e dal Centro di salute mentale, è stata trovata in stato di choc e ricoverata. Pochi giorni prima, in Tirolo, un bambino di tre anni è stato torturato e lasciato morire dai genitori, convinti che fosse posseduto da un demone. Rinchiuso al buio, picchiato e privato di cibo, è morto tra sofferenze indicibili. La procura di Innsbruck ha accusato i genitori di omicidio, tortura e sequestro di persona, confermandone la piena imputabilità.
Questi casi mostrano una realtà che non può più essere ignorata: la violenza domestica contro i bambini è una tragedia quotidiana che richiede attenzione, prevenzione e interventi concreti.
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Li seguo da anni e ciò che trattano ha dell'indicibile. Sono i pochi a parlare di questi temi con realtà, concretezza e con esperienze e dati alla mano.