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Grottammare, il bilancio “alcolico” della Fiera di San Martino, Speca: “per i ragazzi è uno status symbol”

GROTTAMMARE – “Il bere, il bicchiere in mano, per i ragazzi è uno status symbol… senza, hanno paura di essere giudicati dai loro coetanei come diversi, asociali.” Queste le parole del Governatore della Confraternita di Misericordia di Grottammare, Alessandro Speca, intervistato per il report sulla questione vino e “ubriacature” dopo la fiera di San Martino, in riferimento ai ragazzi e ai giovani, e per una sua considerazione.

La cronaca delle due giornate.

Alessandro Speca: “Il giorno 10 si sono verificate alcune risse, dovute all’assunzione di alcolici, poi rientrate. È stato coinvolto un giovane africano, poi medicato in ambulanza. Più tardi, un sedicenne di Offida ha ricevuto un colpo al viso e, indossando gli occhiali, ha avuto necessità di accertamenti. Successivamente, presso la pineta Ricciotti, una ragazza minorenne si è sentita poco bene dopo aver bevuto, ma ha rifiutato di farsi coprire e medicare dai tecnici specializzati della Misericordia. All’arrivo della madre, ha rifiutato anche il trasporto al pronto soccorso.”

“L’11 novembre, alle ore 20.40, si è verificata una rissa davanti allo chalet Peppina, sul Lungomare della Repubblica a Grottammare. Due giovani del Bangladesh, ospitati in una struttura grottammarese, sono stati aggrediti per futili motivi e hanno avuto bisogno di medicazioni; tuttavia, hanno rifiutato il trasferimento in ospedale. Gli aggressori si sono dileguati in direzione di piazza Kursaal. È intervenuta la ‘Fifa Security’ e successivamente i Carabinieri. Alle ore 21.15 si è acutizzato il rischio di ulteriori risse davanti allo chalet Grecale, allarme poi rientrato. Per ora, alle 22 circa, sembra tutto tornato alla normalità. Si registra una partecipazione inferiore rispetto al giorno precedente.”

Un bilancio non grave, forse migliore rispetto a qualche anno fa, ma purtroppo l’alcol resta un fenomeno ancora presente tra i giovani. Chiediamo a Speca qual è, di solito, l’età minima dell’abuso di alcolici secondo la sua esperienza. “Solitamente, fortunatamente, non è mai scesa sotto i 16 anni, almeno finora. Purtroppo negli ultimi tempi ho notato un sensibile aumento dell’abuso di alcolici da parte delle ragazze, e ciò è molto triste. Spesso i giovani, sia femmine che maschi, in determinate condizioni di alterazione, rifiutano l’aiuto dei sanitari: diventano aggressivi e negano l’evidenza, pur sentendosi male, di aver abusato di alcol. Non hanno fiducia nel mondo adulto o non si rendono realmente conto di aver esagerato.”

La riflessione. Ci siamo chiesti perché i giovani bevano. “Hanno paura”… forse i ragazzi temono di mostrarsi per ciò che sono, nella loro fragilità, di essere giudicati dai coetanei e, per questo, bevono: per farsi e darsi coraggio, perché “mal comune, mezzo gaudio”, per identificarsi nel gruppo, che poi – se vogliamo – è un modo per nascondersi da se stessi.

Perché i giovani sono fragili? Per tanti motivi: molti hanno famiglie che non offrono più sicurezza e, di conseguenza, sviluppano ansie e timori. Un tempo i genitori, pur con i loro difetti umani, erano pilastri incrollabili a cui ci si poteva aggrappare in qualsiasi momento; oggi non più: la famiglia è spesso frammentata, fragile. La società non concede spazio a ripensamenti, a proposte di futuro, a speranze. È una società dell’apparire, non dell’essere, che non lascia scampo se non si è perfetti, che non accetta le fragilità, la non omologazione… La Chiesa, per troppi pochi giovani, è speranza e affidamento: i ragazzi, in generale, spesso sono soli. Non si fidano e non si affidano. La scuola, talvolta, non risponde alle loro esigenze.

Il lavoro non è più un diritto inalienabile, come recita la Costituzione, ma una conquista spesso difficile da raggiungere, soprattutto se si è soli. A peggiorare le cose ci sono le guerre in corso nel mondo, le ingiustizie, la mancanza di rispetto per il pianeta Terra e per l’ambiente.

Certo, c’è un mondo bello, che cresce nella salute, nell’amore, nella forza e nella Fede, ma ce n’è un altro oscuro e fragile.

Ecco che un bicchiere di vino, accompagnato da musica assordante, incoraggia a non pensare, a ridere e scherzare, quando in realtà si vorrebbe solo piangere d’angoscia.
Allora il problema dell’alcol tra alcuni giovani – ribadiamolo, solo alcuni! – è un problema sociale, e gli adulti dovrebbero farsi un serio mea culpa, poiché esso è la conseguenza, la ricaduta di un mondo contraddittorio, dominato dagli interessi economici e spietato, costruito dagli adulti per le nuove generazioni.

Il mondo adulto è chiamato ad ascoltare questo grido muto che viene dai giovani, che non può essere relegato ad un semplice “Ma sono ragazzi: è normale. Lo abbiamo fatto anche noi!”.

 

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte e Immagine nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare dal 1996. Ha scritto libri e suoi articoli di Storia dell'Arte e Storia sono in varie pubblicazioni. Dirige un periodico culturale online : www.laconchiglianews.it .

View Comments (1)

  • Il problema principale è che i genitori non controllano che i figli facciano bene. Poi certo le compagnie non aiutano e la società e le associazioni spesso sono a circoli e circoletti.
    Queste fiere e queste feste di quartiere non sono fatte certo per aggregare ma sono fatte solo per racimolare un po' di soldi e farsi belli per avere organizzato l'evento che attira tanta gente. Ma a che pro? Cosa ne guadagna Grottammare? Ma come? La fiera di Samnartì!!!???