SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Una comunità intera piange per lui, una città intera piange per lui, una diocesi intera piange per lui. Ma noi siamo qui anche per celebrare la sua Pasqua. Oggi il Signore, infatti, lo associa a Lui per dargli quella vita piena, da sempre promessa”.
Con queste parole, colme di gratitudine e fede, l’arcivescovo Gianpiero Palmieri ha aperto la Messa del funerale del prof. Pierluigi Addarii, direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto e vicepresidente del SOS Missionario.
La Celebrazione Eucaristica, che è stata presieduta dal vescovo Palmieri, è stata concelebrata da numerosi preti, tra i quali don Patrizio Spina, vicario generale della Diocesi Truentina, don Vincenzo Catani, presidente del SOS Missionario, don Gianni Croci, direttore di Caritas diocesana, don Pierluigi Bartolomei, già collega docente all’Istituto di Istruzione Superiore “Augusto Capriotti“, come il diacono Giovanni Maria Bettoni, che ha servito l’altare.
Testimone di una fede incarnata, di un’umanità diventata adulta
Insieme a loro ha concelebrato anche padre Giancarlo Corsini, amico di famiglia, il quale, durante l’omelia, ha detto: “Pierluigi è stato un dono per questa comunità cristiana e per me, che per 15 anni ho avuto la grazia di confrontarmi con lui. Ci sono persone che vivono la fede accanto alla vita e ci sono persone che, grazie all’impegno personale e alla grazia di Dio, vivono la fede nella vita. Questo è stato possibile perché Pierluigi era un uomo semplificato, che significa che non aveva pieghe: era quello che vedevi, così come lo vedevi, senza alcun tipo di dualismo o ambiguità; diceva sempre quello che pensava e lo diceva con un tratto amabile, con il garbo di chi guarda le cose con benevolenza e le persone con gli occhi di chi cerca di prendere sempre il positivo che c’è in ciascuno. Quando qualche difficoltà si affacciava al mio cuore, mentre si cenava sul terrazzo, si trovava sempre la soluzione al problema, perché la sua fede negli anni si era trasformata in saggezza. Pierluigi era infatti un uomo capace di sognare, ma la sua utopia non era irrealizzabile, bensì partiva sempre da piedi ben stabili a terra. E questo succedeva perché la sua era una umanità diventata adulta. C’era un sorriso sulle labbra di quest’uomo che era il sorriso di chi ha trovato un senso alla propria vita“.
Dopo aver ricordato “la sua capacità di volare, ma guardando avanti” ed il suo “tratto di educatore, che semina e sa pazientare in attesa del raccolto“, padre Corsini ha aggiunto: “Il Signore ogni tanto ci fa un regalo, mette sulla nostra strada dei testimoni, i quali ci ricordano come dobbiamo essere, ci ricordano il sogno di Dio, che non è quello di avere nelle Sue comunità – perdonatemi questa espressione poco liturgica – delle ‘mezze cartucce’, ma di avere degli esploratori! Questo non significa fare distinzione tra chi può fare 100 e chi può fare 10. Ma guai, visto che non ce la facciamo ad essere come dovremmo essere, a rassegnarci ad essere quello che siamo! Questa è una massima che ci siamo detti tante volte io e Pierluigi, mentre parlavamo tra noi”.
Padre Giancarlo ha infine concluso: “Noi lo salutiamo nella fede. Lo consegniamo al Signore, affinché lo porti nella Casa dalle molte dimore ed andiamo avanti, nella fede che Pierluigi continua a camminare con noi nel mistero della Chiesa tutta“.
Il ricordo degli amici e dei colleghi più cari
Al termine della Celebrazione Eucaristica, alcuni amici e colleghi hanno voluto tracciare un ricordo di Addarii e dare a lui un ultimo saluto.
Un’amica di famiglia ha affermato: “Lasciarti andare non è facile. Sei stato l’amico dei giorni di sole, quando si era giovani e pieni di sogni. Sei stato l’amico che sapeva esserci, anche quando la tua opera non veniva richiesta, ma tu capivi che c’era bisogno di te. Sei stato l’amico dai tanti talenti, doni che tu, Pierluigi, pavidamente non hai sotterrato, anzi ti sei sforzato di centuplicare. È come se tu avessi vissuto la vita di 100 persone! Eri qui per sostenere, andare incontro e sorreggere chiunque fosse vicino a te e avesse bisogno di te; ma al contempo hai anche dedicato la tua vita ai più lontani. Oggi, nel giorno di San Martino, mi viene da fare questo paragone: come il Santo ha diviso il suo mantello con il povero, anche tu hai tagliato il mantello della tua vita in tante fasce per farci delle coperte per coprire tutti quelli che di te avevano bisogno“.
Una collega del SOS Missionario, a nome di tutti i suoi membri, ha ricordato l’impegno di Addarii a favore degli altri, in particolare degli ultimi: “Alla nostra associazione hai dedicato una parte importantissima della tua vita. Hai iniziato giovanissimo e sei diventato subito una figura di riferimento. Per molti anni sei stato segretario generale e poi anche vice presidente. Ma hai sempre svolto ogni servizio con umiltà. La tua era una fede mai ostentata, bensì pienamente incarnata. Sei stato un leader appassionato ed appassionante. Sei stato un costruttore di ponti, grazie alle numerose iniziative che hai proposto e portato avanti, tra le quali voglio ricordare in particolare i corsi di educazione alla pace rivolti agli insegnanti. Sei stato un amico vero, generoso, disponibile. Ci manchi tanto!”.
A seguire anche tre colleghi docenti hanno voluto tracciare un ricordo di Addarii.
Il primo a prendere la parola è stato don Pierluigi Bartolomei ha portato il saluto dei professori, degli ex alunni e del personale ATA dell’Istituto “A. Capriotti” e ha ricordato come quella di Pierluigi sia stata “una vita spesa nel carisma dell’educazione: da docente, ha segnato la vita di centinaia di studenti che oggi sono adulti ed hanno famiglia; da collega e vice preside, ha stemperato le inevitabili tensioni che si vengono a creare nella comunità scolastica; più in generale ha fatto crescere la società nel suo servizio di docente e di educatore”.
Una docente della Scuola Secondaria di Primo Grado di Fano, dove il prof. Addarii è stato dirigente, ha manifestato il cordoglio di tutta la comunità scolastica da lei rappresentata, ricordando come “Pierluigi non sia stato solo un dirigente, ma anche un grande amico, che porteremo sempre nel nostro cuore”.
Ultimo ad intervenire è stato il prof. Edoardo Vecchiola, il quale ha concluso: “La parola ‘addio’ è una parola scomposta nel dolore, ma ricomposta nella speranza del Signore. Sono sicuro che Pierluigi sia stato accolto nelle braccia misericordiose del Signore”.
L’ultimo gesto di generosità
Addarii lascia la moglie Ombretta, le figlie Maria Chiara e Irene, i generi, i nipoti, i fratelli Massimo e Stefano, oltre che un’intera comunità che ne ricorda la generosità, l’umiltà, la gioia e la fede.
Durante la Messa delle esequie, Pierluigi, per il tramite della sua famiglia, ha compiuto l’ultimo gesto di generosità: tutte le offerte raccolte durante la questua sono state destinate al SOS Missionario.
Ringraziamo Emanuele Santori per la collaborazione.
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la comunità latinoamericana ringrazia e ricorderà per sempre il lavoro di Pierluigi. Quando ne abbiamo avuto bisogno lui si è prodigato per accoglierci come fratelli (non è sempre scontato) e ci ha aperto le braccia come un vero Fratello. GRAZIE PIERLUIGI. Riposa in pace.
tutta la comunità latinoamericana prega per la tua anima.
Ricordo con profondo affetto e grande rimpianto un amico e collega. Oltre che in ambito scolastico ho avuto la possibilità di incontrarlo quale responsabile della Caritas diocesana. Esprimo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia.