DIOCESI – Si è svolto Venerdì 7 Novembre 2025, alle ore 18:00, presso i locali parrocchiali della comunità San Pio X in Spinetoli, il primo incontro, per l’Anno Pastorale 2025/2026, della Consulta delle Associazioni, Cooperative ed Imprese Sociali che promuovono l’inclusione delle persone in condizioni di disabilità in seno alla Commissione Pastorale delle Persone con Disabilità o Neurodivergenze della Diocesi di Ascoli Piceno.
Tante le novità, a partire dai componenti, che, per la prima volta, includono un numero consistente di fedeli appartenenti alla Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
La Commissione, diretta da don Giorgio Del Vecchio, è composta da due collaboratrici laiche: Emi Spinucci, educatrice, musicoterapista e progettista sociale, e Claudia Iaconi, infermiera e parente di persone con disabilità.
Dopo la presentazione di ciascuno dei presenti, durante la quale ognuno ha descritto la propria realtà associativa, don Giorgio Del Vecchio ha affermato: “Noi qui non siamo il comitato delle mamme, bensì siamo un gruppo nutrito di persone, abbastanza rappresentativo del territorio, che si confronta su un tema delicato che necessita di essere maggiormente conosciuto da tutta la comunità interdiocesana. In questo siamo dei pionieri! Nel nostro territorio, infatti, si tratta della prima esperienza in cui dei laici, appartenenti ad una così ampia fascia territoriale, si mettono davanti ad un tavolo, discutono, propongono, collaborano e cercano di mettere in pratica buone prassi per aiutare concretamente le persone con disabilità e neurodivergenze. Insieme possiamo fare molto. Prima di tutto possiamo farci coraggio. Ognuno di noi, dopo stasera, può dirsi: ‘Non sono da solo a piangere per un mio problema, per una mia condizione, per mio figlio, per la mia associazione, bensì posso contare su alcune persone che mi danno forza e speranza’“.
Numerosi gli spunti di riflessione emersi durante la serata.
- Prima di tutto la volontà di “non lavorare per le persone con disabilità o neurodivergenze, bensì di lavorare con le persone con disabilità o neurodivergenze: è essenziale comprendere questa differenza ed agire nella direzione giusta”.
- Poi l’impegno a “far conoscere al resto della comunità interdiocesana le condizioni legate alle varie disabilità o neurodivergenze. Molte difficoltà, infatti, nascono dalla paura di non saper affrontare quello che non si conosce. Diventa quindi di primaria importanza informare, divulgare e trasmettere conoscenze corrette, così da aiutare la comunità a comprendere meglio, a distinguere, ad imparare, a farsi prossima nel modo giusto”.
- Infine la necessità di “promuovere una nuova umanizzazione degli spazi sociali, dove ogni persona possa sentirsi fratello o sorella dell’altro e venga percepita senza etichette. Noi siamo abituati a parlare per categorie, affibbiando etichette: quella persona ha la sindrome di Down, l’altra è autistica con grossi deficit cognitivi, l’altra ancora è autistica ma ad alto funzionamento. E se io ho un figlio o una figlia che non si ritrova in nessuna di queste etichette, cosa faccio? Lascio mio figlio o mia figlia fuori da tutto il mondo?! Mettere un’etichetta non è mai una cosa buona, perché significa provare a definire qualcosa della personalità di una persona, ma non la persona nella sua integralità”.
La serata è stata l’occasione per programmare un Seminario di Studi per celebrare la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, che ricorre ogni anno il 3 Dicembre e che mira a promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità, a sostenere la loro piena inclusione, a sensibilizzare l’opinione pubblica e a combattere discriminazioni e barriere, sia fisiche che sociali, per garantire loro pari opportunità in ogni ambito della vita. Il tema scelto per questo anno è il lavoro, il più grande tra gli strumenti di inclusione, perché non solo fornisce un reddito, ma aiuta concretamente a migliorare l’autostima, la fiducia in se stessi, la socializzazione e l’integrazione nella comunità delle persone in condizione di disabilità o neurodivergenze. Non da ultimo, il lavoro favorisce lo sviluppo delle abilità e delle competenze, nonché la realizzazione personale e professionale.
Ha spiegato don Giorgio Del Vecchio: “Abbiamo deciso di coinvolgere il mondo dell’imprenditoria del Piceno, in particolare quello di Confindustria. Per questo motivo abbiamo scelto di organizzare l’evento presso un’azienda locale che si propone virtuosa nell’inclusione. Parleremo del Disability Manager, una figura professionale riconosciuta dalla Regione Marche nell’Agosto scorso, e dell’innovazione tecnologica a supporto di un mirato inserimento lavorativo. Ci aiuterà la Fe.d.man (Federazione Disability Management) con un loro esperto e un’impresa sociale che lavora per facilitare la comunicazione e l’accessibilità tra imprese e utenti attraverso l’innovazione tecnologica”.
L’iniziativa sarà la prima che coinvolgerà attivamene le due Diocesi del Piceno e anche la prima di questo nuovo Anno Pastorale, che sembra promettere bene. Alla Commissione Pastorale delle Persone con Disabilità o Neurodivergenze vanno gli auguri di buon lavoro da parte del direttore e della redazione del giornale L’Ancora, oltre che dell’intera comunità interdiocesana.