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Direttore Pompei: “Leone XIII e Leone XIV: continuità di una profezia”

Di Pietro Pompei

DIOCESI – Nel maggio di quest’anno ebbi a scrivere sul nome di Leone XIII. Oggi torno su due avvenimenti che confermano l’intelligenza e il valore profetico di quel Pontefice, al quale il nostro primo Vescovo, Mons. Giuseppe Chiaretti, ci invitò a prestare particolare attenzione quando comprese il nostro “digiuno” sulla dottrina sociale della Chiesa — un digiuno che non riguardava solo la nostra diocesi, ma anche molte altre delle Marche.
Da quella sollecitazione nacquero i “Dialoghi con la città”, incontri ai quali furono chiamati autorevoli studiosi e testimoni del nostro tempo.

Dalla ricerca su San Bartolo Longo possiamo affermare che il nuovo Santo trovò grande incoraggiamento nella diffusione del Santo Rosario attraverso le numerose encicliche di Leone XIII, il Papa che volle dedicare il mese di ottobre a Maria, istituendo così il “mese del Rosario”.

Sabato, nella solennità di Tutti i Santi, l’attuale Pontefice proclamerà Dottore della Chiesa il cardinale John Henry Newman, durante il Giubileo della Speranza. Ma fu proprio Papa Leone XIII a nominarlo cardinale nel 1879, dissipando per sempre le nubi che ancora lo circondavano in patria.
Newman fu poi beatificato da Benedetto XVI nel 2010 e canonizzato da Papa Francesco nel 2019, in Piazza San Pietro.

Con l’avvento di Papa Leone XIV, ci si può chiedere se il pensiero di Leone XIII sia ancora attuale o debba essere archiviato tra le memorie del passato.
Lascio agli esperti il compito di rispondere; noi, nella diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, vogliamo invece cogliere l’occasione per rileggere — a 37 anni dalla sua pubblicazione — il volume di Mons. Giuseppe Chiaretti Il movimento cattolico a San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto Marche tra Ottocento e Novecento.
Un’opera che nacque dall’esigenza di colmare il vuoto storiografico emerso durante il convegno tenutosi a San Benedetto il 16 ottobre 1984, dal titolo Il movimento cattolico marchigiano: protagonisti e figure rappresentative.

Vorrei soffermarmi sul “valore profetico” della Rerum Novarum, così come è stato riconosciuto dai contemporanei e dai posteri. A tal proposito, è illuminante il discorso di San Giovanni Paolo II del 1° gennaio 1991, con cui annunciava l’enciclica Centesimus Annus, a cento anni dalla pubblicazione della Rerum Novarum di Leone XIII (15 maggio 1891): un documento che ha saputo anticipare con lucidità i grandi mutamenti sociali ed economici del mondo moderno.

John Henry Newman: un profeta della verità

John Henry Newman è una delle figure più significative della vita religiosa inglese degli ultimi due secoli.
Nato a Londra nel 1801, studiò all’Università di Oxford, dove ottenne i gradi accademici e divenne membro dell’Oriel College. A 24 anni fu ordinato sacerdote anglicano e, a 28, nominato parroco della Chiesa di Santa Maria, la “chiesa madre” dell’università.
Predicatore carismatico e profondo, seppe attrarre l’attenzione di studenti, docenti e fedeli, diventando presto un punto di riferimento spirituale per l’intera Oxford.

Un lungo travaglio interiore — nato dallo studio dei Padri della Chiesa e dal confronto con il movimento di Oxford — lo portò a scoprire l’instabilità della posizione anglicana. Nel 1842 si ritirò a vita privata e, tre anni dopo, nel 1845, entrò nella Chiesa cattolica dopo anni di dubbi e lacrime. La sua conversione fece scalpore nel mondo accademico inglese, trascinando con sé numerosi fedeli e intellettuali.

Ordinato sacerdote cattolico nel 1847, Newman dovette affrontare nuove incomprensioni, questa volta anche all’interno del mondo cattolico. Fu sospettato di eresia, ma la sua grandezza morale e spirituale finì per imporsi.
Nel 1879 Leone XIII lo elevò al cardinalato, riconoscendone il valore e la fedeltà alla Chiesa.

Autore di oltre quaranta volumi, Newman ha lasciato opere di straordinaria profondità teologica e spirituale: i Sermoni parrocchiali e quelli universitari, il Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana (1845), l’Apologia pro vita sua (1864) e la Grammatica dell’assenso (1870).
Morì nell’oratorio filippino di Birmingham nel 1890.

“Tutta la vita di Newman fu una nobile lotta per la Verità.”
Il suo motto cardinalizio — Cor ad cor loquitur (“Il cuore parla al cuore”) — e la frase incisa sulla sua tomba, Ex umbris et imaginibus in Veritatem (“Dalle ombre e dalle immagini alla Verità”), riassumono l’essenza della sua esistenza e del suo pensiero.
Un uomo che, da anglicano e da cattolico, visse e pensò con spirito eminentemente religioso, orientando ogni opera alla ricerca delle realtà celesti.
Una guida e un amico per chiunque cerchi, ancora oggi, di coniugare fede, ragione e libertà di coscienza.

Redazione:

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