DIOCESI – “Il Giubileo degli Organismi di Partecipazione della Chiesa è stato un momento davvero di grazia, in modo particolare per le Equipes Sinodali che si sono ritrovate insieme per poter celebrare il Cammino Sinodale compiuto. Davvero importante è stato l’incontro di Venerdì con Papa Leone, dove i referenti dei continenti hanno riportato i frutti e le fatiche del Cammino Sinodale fatto dalle Diocesi dei Paesi dei vari continenti del mondo, sottolineando i punti di convergenza e anche qualche punto di distanza tra i vari Paesi. Il Santo Padre ha risposto alle domande fatte, evidenziando sia gli elementi di bellezza sia quelli di difficoltà ed incoraggiando ad andare avanti. Come è successo per papa Francesco, così anche papa Leone ha rimarcato che il cammino della fede cristiana non è un processo, non è un percorso, bensì è prima di tutto un incontro: l’incontro col Signore Gesù che ci mette in movimento. Così sono stati questi tre giorni: un incontro davvero speciale, direi una specie di Pentecoste della Chiesa, perché c’erano rappresentanti di ogni angolo della terra, che parlavano lingue diverse. Nella gioia della festa, si è respirato un clima davvero internazionale”.
Con queste parole l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vice presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e vescovo delle Diocesi del Piceno, riassume il Giubileo degli Organismi di Partecipazione della Chiesa che si è svolto a Roma da Venerdì 24 a Domenica 26 Ottobre 2025.
Particolarmente significativa per il futuro della Chiesa italiana è stata la giornata di Sabato 25 Ottobre 2025, durante la quale la Terza Assemblea Sinodale ha approvato il Documento di Sintesi del Cammino Sinodale delle Chiese in Italia, intitolato “Lievito di pace e di speranza”.
Le parole del vescovo Gianpiero Palmieri sul Documento di Sintesi
“Testimonianza di un dibattito molto ricco”
Prosegue mons. Palmieri: “Il documento votato Sabato è il frutto del Cammino Sinodale di questi quattro anni, un documento molto ricco che è stato votato ad ampia maggioranza da tutti i quasi mille votanti, tra vescovi e delegati della Chiesa italiana, i quali hanno trovato una convergenza sulle singole proposizioni, sui singoli paragrafi e poi sull’intero documento. Quasi la totalità delle proposizioni è stata votata da una maggioranza molto ampia, tranne poche decine di voti, direi quindi quasi all’unanimità. Alcune proposizioni, invece, hanno avuto un dibattito più forte alle spalle e hanno ricevuto un centinaio di voti non favorevoli, a volte, in qualche caso, anche centottanta voti non favorevoli. Sono quelle proposizioni che rappresentano i punti più discussi del dibattito, punti marginali – se volete -, non sostanziali, ma importanti della vita della Chiesa. Anche questo è testimonianza di un dibattito interno molto ricco. Si è trattato di un cammino sinodale davvero, di popolo”.
“Orientamento per i prossimi anni”
“Il documento votato – afferma Palmieri – ci impegna nei prossimi anni: viene infatti consegnato ai vescovi italiani, perché lo trasformino in orientamenti. Sulla base di questo documento, in cui riconosciamo la voce dello Spirito, perché è stato elaborato lungo un cammino percorso sotto la guida dello Spirito ed è quindi frutto di quel consenso tra i fedeli che è dietro quello che lo Spirito suscita nella fede di ciascuno dei partecipanti, noi Vescovi, quasi con rispetto e devozione, prenderemo questo documento e, forti di quello che emerge – perché abbiamo vissuto anche noi questi quattro anni come priorità -, lo rilanceremo come impegno futuro e come orientamento per i prossimi anni. Adesso comincia il nostro lavoro! Le Assemblee dei vescovi, che si terranno uno a Novembre e una a Maggio, ci impegneranno nella lettura di queste proposizioni e nella stesura di questi orientamenti, così da dare vita ad un documento davvero entusiasmante, che non si limiti a contenere soltanto la lettera delle decisioni prese, ma che al contrario esprima lo spirito di quello che abbiamo vissuto e lo traduca in azioni”.
Il racconto dei delegati del Piceno
Per le Diocesi del Piceno ha partecipato, oltre a mons. Gianpiero Palmieri, anche da una piccola delegazione di laici: Marco Agostini, Franco Bruni e Barbara De Vecchis della Diocesi di Ascoli Piceno e Simona Di Concetto e Mascia Moretti della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
Simona Di Concetto: “Ho sentito davvero l’universalità della Chiesa”
Simona Di Concetto dichiara: “Mi ha particolarmente colpito il pomeriggio di Venerdì, trascorso nell’aula Paolo VI, dove c’è stato l’incontro di papa Leone XIV con le Equipe Sinodali di tutto il mondo: è stato un momento molto bello in cui ho sentito davvero l’universalità della Chiesa.
Sabato poi, dopo la fase narrativa e sapienziale, abbiamo concluso anche la fase profetica del Cammino Sinodale durato 4 anni, votando con una larghissima maggioranza il Documento di Sintesi, in cui ho ritrovato molte delle proposte scaturite dalle nostre assemblee diocesane. Credo che l’approvazione del documento finale sia stato un momento molto importante per la vita della Chiesa italiana, perché segnerà il suo futuro, almeno quello del prossimo decennio e forse anche di più: sarà una Chiesa in ascolto, missionaria e aperta agli altri. Più in generale, credo che tutto il Cammino Sinodale sia stato, per ciascuno di noi, un percorso lungo che ci ha messo davanti a numerose sfide, ma soprattutto ci ha insegnato a camminare tutti insieme: laici, religiosi, vescovi, sacerdoti”.
Marco Agostini: “Ho toccato con mano l’esistenza di una Chiesa unita”
Dello stesso avviso Marco Agostini, il quale afferma: “Abbiamo concluso la fase profetica del lungo Cammino Sinodale, che ci consegna ciò che lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa, grazie all’ascolto di tutti. Dal punto di vista personale, la giornata di Sabato è stata un’emozione molto forte, perché era la prima volta che partecipavo ad un’assemblea nazionale. Ho toccato con mano l’esistenza di una Chiesa unita, che si è lasciata guidare dallo Spirito Santo, superando quelle difficoltà che in quattro anni si sono presentate.
Ora attendiamo con trepidazione il documento con gli orientamenti che i vescovi elaboreranno sulla base del nostro documento, così da realizzarli poi, con senso di responsabilità ma al contempo anche con gioia, nelle nostre Diocesi”.
Franco Bruni: “Ho fatto esperienza di una Chiesa partecipata e guidata dallo Spirito Santo”
Spiega Franco Bruni: “In questi ultimi quattro anni le Diocesi hanno riflettuto su come rendere la Chiesa più sinodale e missionaria. Al termine di questo percorso, papa Leone XIV ci ha ricordato che il Cammino Sinodale voluto dal suo predecessore papa Francesco, è stato animato dall’entusiasmo della fede: non è stato quindi un processo organizzativo, ma un po’ alla volta sta diventando uno stile della Chiesa italiana. Non a caso, il documento votato Sabato è stato definito un germoglio di un cammino aperto. Il Cammino Sinodale, infatti, non si conclude con questa assemblea, bensì invita ad uno stile nuovo, che penetra all’interno della Chiesa e la cambia, facendola divenire una Chiesa che punta sempre più a una conversione sinodale e missionaria, una Chiesa sempre più centrata su Gesù e attenta ai poveri, una Chiesa che valorizza la formazione dei formatori e degli adulti come chiave per la corresponsabilità ecclesiale, una Chiesa che propone una riforma strutturale per rafforzare la partecipazione dei battezzati e il coordinamento tra le Chiese italiane”.
“Il documento finale è stato votato con un consenso superiore al 95% – conclude Bruni – e questa è una grande soddisfazione, dopo la fatica del lungo lavoro eseguito in quattro anni. Ma personalmente la cosa che mi ha reso più felice è l’aver fatto un’esperienza di una Chiesa missionaria e partecipata, partecipata con passione. L’ho sentito dal cuore vibrante sia dei relatori sia dei delegati. Ora è importante che il lavoro fatto non vada perso. E questo sta nelle mani di tutta le Chiese diocesane, che sono chiamate a cogliere e recepire le indicazioni emerse dal Cammino Sinodale e a farle proprie all’interno del tessuto ecclesiale e cittadino in cui operano. Un grazie a Dio che ci ha permesso di fare questa esperienza bellissima in cui lo Spirito Santo si è fatto presente nelle dinamiche della vita vissuta“.