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Cossignano, funerale del giovane Maroni. Don Spinozzi: “Giancarlo ci ha donato il tesoro della fede”

COSSIGNANO – Si è svolto ieri, 23 Ottobre 2025, presso la chiesa Santa Maria Assunta in Cossignano, il funerale di Giancarlo Maroni, giovane di 29 anni molto conosciuto nella comunità e venuto a mancare a causa di un male incurabile.

La Messa è stata presieduta dall’amministratore parrocchiale don Nicola Spinozzi, che è anche amico di famiglia, ed è stata concelebrata da don Claudio Capecci, collaboratore pastorale della comunità, e da don Matteo Calvaresi, già docente del giovane defunto nell’ultimo anno delle Scuole Superiori.

La chiesa, gremita,  non è riuscita a contenere tutti i fedeli accorsi per dare l’ultimo saluto al giovane, tanto che molti di loro sono rimasti nella piazzetta antistante l’edificio sacro. Oltre alla mamma Maria (Torquati), al papà Maurizio e alla sorella Giada, infatti, ha partecipato alla Celebrazione Eucaristica un’intera comunità, a partire dal sindaco Roberto Luciani. Tra loro anche numerosi giovani.

Il dono prezioso di Giancarlo alla comunità: la fede

Queste le parole di don Nicola Spinozzi durante l’Omelia: “Manifestare la propria fede, quando le cose vanno bene, è facile. Ma manifestarla in certe circostanze, come ci stanno mostrando i genitori, la sorella e i parenti di Giancarlo, è il frutto di un Amore grande che hanno sperimentato. Giancarlo ha dato tantissimo a tutti noi. Un giorno è passato con il quad, mi ha visto, mi ha superato, poi si è fermato ed è tornato indietro per salutarmi. Ieri, ripensandoci, mi sono chiesto: ‘Io lo avrei fatto?’. Forse no. Presi da tante incombenze, mi sarei limitato ad un cenno di mano e sarei andato oltre. Giancarlo aveva l’umiltà che manca a me e forse anche a voi. Quell’umiltà che ti riempie la vita e oggi ci fa dire: ‘Signore, accoglilo nel Tuo Regno, perché noi abbiamo debiti nei Tuoi confronti, ma lui no, lui può vantare crediti’. A parte le sue enormi qualità umane, voglio parlarvi del suo miracolo, il miracolo della sua fede: Giancarlo si è completamente abbandonato al Signore, continuando ad avere fede e speranza anche nei momenti di maggiore sofferenza. Qualche giorno fa, rendendomi conto delle sue pessime condizioni, ho chiamato il vescovo e gli ho detto di venire in ospedale per dargli il Sacramento dell’Unzione. Sua Eccellenza era ad Ascoli, ma non ha esitato neanche un momento: è venuto a San Benedetto appositamente per Giancarlo. Mentre eravamo in stanza con lui, è successa una cosa che mi ha colpito molto. Mentre pregavamo davanti a lui, Giancarlo, che da giorni non era vigile, non era cosciente, ha aperto gli occhi, come a farci intendere che ci stava ascoltando e che stava pregando con noi. Ecco, quel tesoro che Giancarlo ci ha dato, il tesoro della sua umiltà e della sua fede,  noi dobbiamo custodito e farlo fruttificare. Con una parola, con uno sguardo, con un gesto di vicinanza. Siamo chiamati ad avere fede e speranza, come lui ci ha mostrato”.

Il saluto della comunità a Giancarlo

Prima della benedizione finale, amici, autorità e familiari hanno voluto dare un ultimo saluto a Giancarlo.

Il primo a prendere la parola è stato Angelo Carlini, il quale ha ricordato le qualità del giovane Giancarlo: “Chi ti ha conosciuto sa che non eri una persona qualunque. Eri uno di quelli che ascoltano davvero, che non si impongono, che fanno bene solo a starci vicino. Avevi quella gentilezza che non si dice, si fa. Quella bontà discreta che metteva chiunque sempre a proprio agio, anche nei momenti peggiori. Non cercava mai attenzioni, ma sapevi arrivare dritto al cuore delle persone. Mai sopra le righe, ma sempre presente. Sempre preciso. Anche nel dolore, anche nel buio, non hai mollato. Hai affrontato tutto con un coraggio che ci ha spiazzato. Con pazienza, con forza, senza mai perdere forza e dignità. Quello che più ci mancherà, sarà il tuo modo di stare al mondo. Quella cura per i dettagli, quel senso dell’ordine che non era maniacale, ma era rispetto per le cose, per le parole, per le persone. Oggi guardiamo Maria e Maurizio e capiamo da dove veniva tutto questo. Guardiamo Giada e riconosciamo gli stessi occhi, la stessa luce. A voi, che lo avete cresciuto con tanto amore, diciamo grazie. Grazie per averci permesso di conoscerlo e di volergli bene“.

A seguire anche il primo cittadino, Roberto Luciani, ha voluto ricordare la : “Cerco di dare voce – se mai fosse necessario – all’abbraccio della comunità di Cossignano ai familiari di Giancarlo. Una vicinanza che già si manifesta con la sua presenza in questa chiesa gremita. Giancarlo era un grande sportivo, un convinto quaddista – forse il primo qui a Cossignano -, un giovane sempre in prima fila nel mondo associativo e con un grandissimo senso civico. Ricordo ancora quando, in occasione dei festeggiamenti del 4 Novembre, Giancarlo ha portato orgogliosamente la corona di alloro ai caduti. Ricordo anche quando abbiamo accolto il vescovo Palmieri e Giancarlo gli ha portato u mazzo di fiori per dargli il benvenuto nella comunità. Giancarlo era uno che portava fiori,  sempre pronto a manifestare in modo tangibile il suo spirito sociale e civico. La nostra esistenza – quella di tutti, anche di noi qui presenti – è un dono. ‘Esistere’, infatti, come ci suggerisce la sua etimologia, significa ‘stare fuori’, stare fuori dalla terra, per un arco di tempo, più o meno lungo. Tutti noi dobbiamo essere grati perché per un momento – perché tanto di un momento si tratta – più o meno lungo, stiamo fuori dalla terra e lasciamo una traccia in questa terra e in questa società. Ma per il solo fatto di essere esistiti, dobbiamo ringraziare il Signore, perché questo momento della vita – seppur breve – ci rende importanti, ci rende immortali. E quando una vita termina su questa terra, si avvia quella ‘corrispondenza di amorosi sensi’ di cui ha scritto il poeta Foscolo e che ci tiene in contatto con i nostri cari”.

Ultima a parlare è stata la sorella Giada: “Giancarlo, tu per noi sei stato un fratello, un cugino, un amico speciale. Il tuo sorriso era contagioso. Sei stato una persona autentica, generosa, sempre pronta ad aiutare, anche quando nessuno te lo chiedeva, sempre pronta ad accontentarci, anche nei momenti più difficili. Ogni volta che ci vedevamo, ci chiedevi con quel tuo tono affettuoso: ‘Quando torni?’. Potevano stare un minuto o un’ora a parlarci! Era il tuo modo di dirci: ‘Io ci sono!‘. Sempre pronto a raccontare una barzelletta e a farci ridere, anche nei momenti più difficili. Solo ora abbiamo capito che forse soltanto tu saresti stato in grado di affrontare tutto questo senza mai perdere il sorriso. Hai vissuto ogni momento con passione, dignità e forza. Quella forza che in qualche modo ci hai trasmesso. Siamo certi che non vorresti vederci qui a  piangere, quindi ora dobbiamo farci coraggio, dobbiamo lasciarti andare ed indossare quel sorriso che ti ha sempre contraddistinto. Sappi, però, che continuerei per sempre a far parte della nostra vita”.

Dopo la benedizione, il feretro è stato condotto fuori dalla chiesa, dove ad accoglierlo, c’era l’intera comunità riunita, che ha interrotto il silenzio composto che ha contraddistinto tutta la Celebrazione, per fare un lungo applauso a Giancarlo. Gli amici e i familiari hanno fatto volare in cielo alcuni palloncini bianchi, poi la salma è stata accompagnata per un breve tratto a piedi, prima di essere condotta al cimitero civico.

Carletta Di Blasio:

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