COSSIGNANO – Mi sveglio alle 4:00 in punto. La mia giornata di Martedì 21 Ottobre 2025 è colma di impegni improrogabili.
Colazione, faccende domestiche e poi di corsa dal meccanico: l’auto necessita di una riparazione. Lascio l’auto, vado a riportare mio suocero a casa, poi prendo mia figlia e di corsa vado dal medico: devo fargliela visitare prima che inizino le lezioni.
C’è già la fila, quindi, non riusciamo a fare in tempo per le 8:00. Finiamo la visita che sono già le 8:15. Siamo in ritardo, quindi di corsa verso il Liceo, sapendo che comunque entrerà alla seconda ora: è questo il regolamento.
Torno a casa e mi metto al lavoro: di corsa, perché si tratta di un articolo urgente che deve uscire stamattina. Invio il pezzo, carico mio suocero sulla sua auto e di corsa torno dal meccanico per riprendere la mia.
Vado di corsa a San Benedetto, all’Ospedale Madonna del Soccorso, dove ho appuntamento con Maurizio per un’intervista di approfondimento. Arrivo e mi metto alla ricerca di un parcheggio, ma è tutto pieno. Giro e rigiro finché non si libera un posto. Sono di nuovo in ritardo, quindi di corsa salgo all’ultimo piano, all’Hospice, dove ci sono i malati terminali e dove ho appuntamento con lui. Mi ritrovo davanti alla porta e lo chiamo. Mi dice che arriverà subito. Nel frattempo, mentre sono ancora in corridoio, squilla il telefono, un’infermiera mi chiama per sapere chi io sia, una paziente che mi vuole parlare: suoni, rumori, movimenti, un turbinio a cui faccio fatica a stare dietro. Poi si apre la porta e il sig. Maurizio mi invita ad entrare.
Gli stringo la mano, mentre mi lascio la porta chiusa alle spalle. E con la porta lascio anche tutti i suoni, i rumori, il movimento e l’agitazione che fino a pochi secondi prima mi avevano governato. Ed entro in un tempo e in luogo sospesi, dove regna l’assoluto silenzio.
Dopo le presentazioni di rito, Maurizio mi racconta di suo figlio, Giancarlo, un giovane di 29 anni che lo scorso anno ha scoperto di avere un tumore al cervello del diametro di 5 centimetri.
Mi racconta la paura, il fiato corto, la confusione di quando hanno saputo di questo male, ma anche come lui e la moglie abbiano dovuto subito ritrovare la calma per poterlo dire al figlio nel modo più sereno possibile.
Mi racconta del calvario a cui sono stati costretti in questo anno e mezzo a causa dei vari tentativi di combattere la malattia, dalle visite ad Ancona al primo intervento a Milano, dall’apparente scomparsa della malattia al suo prepotente ritorno nel Marzo del 2025, dal tentativo di effettuare una terapia sperimentale con le cellule dentritiche fino alla presa di coscienza che ormai non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Mi racconta ogni piega del suo dolore, ma non lo fa con rabbia. Al contrario, lo fa con una grande serenità. E lo fa mostrando una grande fede, cogliendo quei segni di speranza che il Signore ha messo nel suo cammino.
Mi racconta la vicinanza di don Nicola, amico di famiglia e le tante veglie di preghiera organizzate da Suor Crocifissa a Ripatransone, che gli hanno permesso di apprezzare la prossimità e la solidarietà di tante persone che sono state vicino alla loro famiglia.
Mi racconta della professionalità e della sensibilità con cui il personale sanitario si è sempre rivolto a loro, in tutte le strutture ospedaliere in cui sono state, compreso l’Hospice nel quale si trovano ora.
“Non ci siamo sentiti mai soli“: mi dice Maurizio, il quale mi racconta anche la bellezza degli ultimi mesi vissuti con Giancarlo. “Considerando come sono andate le cose, mi rendo conto che questi mesi sono stati un regalo del Signore“.
Poi mi porta da Giancarlo, sento il respiro affannato di chi sta per andarsene e mi viene da abbracciare quei genitori che, con tanta forza, tanta dignità e tanta fede, stanno accompagnando il loro figlio nelle sue ultime ore su questa terra. Lo faccio. E in quell’abbraccio c’è tutta la mia gratitudine nei loro confronti per avermi ricordato che non serve affannarsi e correre per questioni di poco conto, per avermi ricordato che il tempo è il dono più prezioso che abbiamo.
Finalmente ho capito perché abbiano messo l’Hospice in alto, all’ultimo piano dell’Ospedale: è il luogo più vicino a Dio che abbia mai visto.
Giancarlo Maroni è salito al Cielo il giorno dopo la mia visita, ieri, Mercoledì 22 Ottobre, presso l’Hospice. Il funerale si terrà oggi, Giovedì 23 Ottobre, alle ore 11:30, presso la chiesa Santa Maria Assunta in Cossignano. La Messa sarà concelebrata da don Nicola Spinozzi e don Claudio Capecci.
La vita di Giancarlo, sebbene breve, non è una vita spezzata. Al contrario, è una vita portata a compimento. Una vita che è stata un regalo per sua madre Maria (Torquati), suo padre Maurizio, sua sorella Giada, per chi lo ha conosciuto e per l’intera comunità interdiocesana.
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Non ci sono parole x un giovane di soli 29 anni prego solo il Signore di accoglierlo tra le Sue braccia e di sostenere i Suoi genitori con l'aiuto di una fede profonda
non trovo le parole ma grazie x aver raccontato come un momento così triste possa essere affrontato con la fede di questa grande famiglia vi sono vicina col mio cuore