L’attacco terroristico lanciato da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 ha provocato il più grave massacro di ebrei dalla Seconda Guerra mondiale”. Lo afferma Acs nel suo Rapporto sulla libertà religiosa presentato ieri a Roma.
“La risposta militare israeliana – si legge nel Rapporto – ha reso inabitabili ampie porzioni della Striscia di Gaza; a luglio 2025, il bilancio supera i 60.000 morti, con un numero ancora maggiore di feriti e persone ridotte alla fame”. Israele ha inoltre stabilito “un pericoloso precedente colpendo oltre 400 operatori umanitari e 1.300 operatori sanitari, in violazione delle Convenzioni di Ginevra di cui è firmatario”. “Moschee e chiese di Gaza sono state gravemente danneggiate” continua Acs che ricorda anche che “i procuratori della Corte penale internazionale hanno accusato entrambe le parti di crimini di guerra. In Israele, la guerra ha ampliato il divario tra popolazione ebraica e araba. La coalizione di estrema destra guidata dal premier Benjamin Netanyahu ha accentuato le divisioni etniche e religiose”. Il Ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, si legge nel Rapporto, “ha alimentato le tensioni con una visita dimostrativa al complesso di Haram al-Sharif/Monte del Tempio a Gerusalemme, provocando scontri tra musulmani e forze di sicurezza”. Parallelamente, il Presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, in un discorso alle Nazioni Unite, “ha negato l’esistenza storica del Tempio ebraico a Gerusalemme”. “I cristiani in Israele – denuncia il Rapporto – hanno sperimentato un livello di violenze e ostilità senza precedenti: estremisti ebraici hanno preso di mira istituzioni e leader ecclesiali, mentre il crollo del turismo religioso ha aggravato le difficoltà economiche delle comunità cristiane in Terra Santa”.
Il conflitto ha anche innescato “un’ondata di antisemitismo in tutta la regione. Nell’ottobre 2023, un agente di polizia egiziano ha ucciso due turisti israeliani ad Alessandria, mentre i movimenti jihadisti, che hanno abbracciato la causa palestinese, hanno acquisito nuovo slancio”. In questo contesto, Acs sottolinea che “il processo di normalizzazione tra Israele e diversi Stati arabi, tra cui l’Arabia Saudita, si è almeno temporaneamente interrotto a causa della guerra a Gaza. Al tempo stesso, il confronto tra Iran e Israele si è intensificato, con episodi di scontro diretto tra i due Paesi”.