“Pur essendo grati per gli aspetti delle politiche annunciate dall’Amministrazione che intendono includere una medicina riproduttiva restaurativa, completa e olistica, capace di affrontare in modo etico l’infertilità e le sue cause, respingiamo con forza la promozione di procedure come la fecondazione in vitro che congelano o distruggono preziosi esseri umani e li trattano come proprietà”.

È quanto dichiarano mons. Robert E. Barron, presidente del Comitato per la laicità, il matrimonio, la vita familiare e i giovani della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), mons. Kevin C. Rhoades, presidente del Comitato per la libertà religiosa, e mons. Daniel E. Thomas, presidente del Comitato per le attività pro-life. I presuli intervengono dopo l’annuncio della Casa Bianca sull’espansione dell’accesso alla fecondazione in vitro (Ivf) e ad altri trattamenti per la fertilità.

“Ogni vita umana, nata e non nata, è sacra e amata da Dio”, sottolineano i vescovi, precisando che “i bambini hanno diritto a nascere da un atto naturale ed esclusivo di amore coniugale, non da un intervento tecnologico di tipo commerciale”. I vescovi avvertono inoltre che “azioni governative dannose per ampliare l’accesso all’Ivf non devono spingere le persone di fede a essere complici dei suoi mali”. Concludono affermando che continueranno “a esaminare le nuove politiche e a dialogare con l’Amministrazione e il Congresso, proclamando sempre la santità della vita e del matrimonio”.