SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Conclusi i festeggiamenti in onore di San Benedetto Martire, patrono della città.
Si sono conclusi ieri, lunedì 13 ottobre – giorno dell’anniversario del suo martirio – i festeggiamenti in onore di San Benedetto martire, patrono dell’omonima parrocchia e della città di San Benedetto del Tronto.
Dopo il triduo di preparazione predicato da don Dino Pirri, la giornata di ieri ha rappresentato il culmine delle celebrazioni con la tradizionale processione partita alle ore 16.00 dalla Basilica Cattedrale Madonna della Marina. Il corteo ha attraversato le principali vie cittadine fino a piazza Bice Piacentini, dove, alle 17.00, il vescovo Gianpiero Palmieri ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in onore del Santo Patrono.
Durante l’omelia il Vescovo Palmieri ha affermato: “È bello avere come patrono un martire, un giovane martire, di cui in questo luogo si è custodita ininterrottamente la memoria, insieme al suo corpo. Custodire un corpo è un modo molto concreto di custodire la memoria.
Significa che qualcosa di quella persona è rimasto qui, per la venerazione e la preghiera dei fedeli di questo luogo. Ma perché questa continuità? Perché questa devozione ininterrotta? Dov’è la forza di questa testimonianza?
Vedete, il martire testimonia sempre un’eccedenza, un “di più” che ci sorprende. Se volete un’immagine suggestiva, pensate a don Guido che, per le strade della nostra città, con il piviale rosso – simbolo del sangue versato da Benedetto – porta il braccio del santo che benedice. E sappiamo bene: la benedizione di Dio è il segno con cui Egli dice a ciascuno di noi: “Tu sei sempre e comunque mio figlio”
Il Vescovo ha poi concluso: “Non celebriamo il patrono solo per motivi identitari: no, lo facciamo per accogliere la consolazione di Dio, la grazia di Dio, la forza dello Spirito di Dio. Allora sì, si può dare a Benedetto la chiave della città e riceverla da lui: è la chiave dei cuori, la chiave di chi ha parole eccessive d’amore da dire, perché le ha ricevute, perché le ha sentite riversarsi nel cuore.
Allora la città diventa virtuosa, viva, ricca di parole e gesti d’amore. E così, chiediamo la benedizione e l’intercessione di San Benedetto Martire, perché custodisca sempre e comunque la nostra città.”
Al termine della Messa si è svolto il rito della riconsegna delle chiavi della città da parte del sindaco Antonio Spazzafumo, seguito dalla benedizione solenne dell’intera comunità sambenedettese. Due gesti simbolici che rinnovano il profondo legame tra la città e il suo patrono, il soldato martire Benedetto, e testimoniano la fede viva del popolo sambenedettese.
La celebrazione, animata dal coro parrocchiale, è stata concelebrata da numerosi sacerdoti e diaconi della diocesi: don Guido Coccia, parroco della chiesa di San Benedetto Martire; don Patrizio Spina, vicario generale; don Dino Pirri, predicatore del triduo; mons. Romualdo Scarponi, parroco emerito di Santa Maria della Marina; don Gianni Capriotti, parroco della Madonna del Suffragio; padre Mario Amadeo, parroco di San Giuseppe; e padre Andrea Cannuccia, nuovo parroco di Sant’Antonio di Padova. Al servizio dell’altare hanno assistito i diaconi Emanuele Imbrescia e Walter Gandolfi.
Numerose anche le autorità civili e militari presenti, tra cui il sindaco Antonio Spazzafumo, il sottosegretario Lucia Albano, il senatore Giorgio Fede e altre rappresentanze istituzionali.
Durante i riti di comunione, secondo la tradizione, il vescovo Palmieri ha consegnato le chiavi della città al sindaco, che le ha simbolicamente affidate al Santo Patrono.
Prima della benedizione finale, don Guido Coccia ha rivolto i suoi ringraziamenti al vescovo Palmieri, al sindaco Spazzafumo, alle autorità presenti e in particolare a don Dino Pirri, predicatore del triduo.
La celebrazione si è conclusa con la processione verso piazza Sacconi, dove il vescovo, portando la reliquia della mano del Santo Patrono, ha impartito la benedizione alla città, suggellando così un momento di profonda fede e partecipazione comunitaria.