SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il Signore sia con voi! Ecco: oggi è proprio il caso di dirlo. Signore, sii con noi! Perché, solo con Te, possiamo affrontare il dolore che oggi ci attende”.
Sono queste le parole, commoventi e cariche di verità, con cui mons. Vincenzo Catani si è rivolto ai numerosi fedeli accorsi oggi pomeriggio, Giovedì 9 Ottobre 2025, alle ore 15:30, presso la cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto, per il funerale di Emidio Croci, il programmatore sambenedettese di 46 anni che ha perso la vita lo scorso 4 Ottobre in un tragico incidente lungo la Strada Statale 16, all’altezza di Martinsicuro. L’uomo, che era alla guida della sua auto con la moglie e uno dei figli, era stato travolto in pieno da un’altra vettura il cui conducente guidava in stato di ebbrezza.
Presenti alla Messa la moglie Cinzia, i figli Francesco e Sofia, i genitori Misia e Aldo, i suoceri Tiziana e Nicola. Ma non solo. Alle esequie ha partecipato un’intera comunità, che si è stretta intorno ai familiari con raccoglimento, commozione e sincero turbamento, una folla talmente ingente da occupare non solo le navate della cattedrale, ma anche piazza Nardone. Erano presenti parenti, amici, ma anche semplici conoscenti che hanno avuto modo di apprezzare, stimare ed amare il defunto e la sua generosità. Emidio, infatti, era molto conosciuto in zona: appartenente alla parrocchia di San Pio X, era un appassionato tifoso della Sambenedettese e la scorsa estate aveva dedicato parte del suo tempo libero per partecipare come volontario alle attività della onlus “Michelepertutti”. Tantissimi quindi i volti di fedeli con gli occhi lucidi e smarriti, quasi increduli, raccolti in un silenzio composto, interrotto solo dal rintocco lento e mesto delle campane. Mancava solo il terzo figlio, Matteo, di 11 anni, che, a seguito dei traumi riportati durante l’incidente, è ancora ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Torrette in Ancona e che, come ha detto mons. Catani, “sta lottando tra la vita e la morte come un piccolo leoncino”. Un dolore nel dolore, un’attesa che si fa fatica a sopportare.
Il silenzio di Dio, apparente ma straziante
Dopo la proclamazione del celebre passo del Vangelo riguardante la morte di Gesù, mons. Catani ha detto: “Credo che nessuno di noi volesse stare qui oggi. Credo anche, però, che sia saggio dare un senso a quel sentimento che oggi ci unisce: il dolore. Nella Prima Lettura abbiamo ascoltato un grido fortissimo di dolore da parte di un uomo, il profeta Abacuc, che chiede a Dio perché, di fronte al suo dolore, non intervenga. La situazione vissuta da lui molti secoli fa è la stessa che viviamo noi: l’esperienza del silenzio di Dio. Un silenzio apparente, ma straziante. Siamo di fronte all’eterno scandalo del male, della sofferenza, del dolore, della morte. E questo diventa inciampo per la fede in un Dio che sembra non ascoltare e che non interviene. Ed è lo stesso dolore che ha provato Gesù sulla croce. Cristo urla: ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?’. Questo grido disperato lo urliamo anche noi oggi”.
Il bisogno di affidarci a Dio
“Eppure, in tutto questo dolore, capiamo che abbiamo bisogno di fidarci di Dio – ha proseguito il prete -: sperimentiamo il bisogno di affidarci a lui, di abbandonarci come bambini. Gesù, infatti, nell”Orto degli Ulivi, ci spiega come si affronta il dolore. Poco prima di essere catturato ed ucciso, prega dicendo: ‘Padre, se possibile, allontana da me questo dolore, ma sia fatta non la mia, ma la tua volontà’. A lui, come a noi, facevano spavento la morte e il dolore. Però Gesù si affida al Padre, alla sua volontà. Propeio come ci indica il profeta Abacuc. Siamo chiamati ad avere fede. Solo la fede può darci quell’equilibrio e quella stabilità che cerchiamo. È come se il Signore ci dicesse: ‘Lo so che il dolore ti stordisce e che spesso non ce la fai ad andare avanti. Ma sappi che io ti sorreggo. Io sono la roccia su cui poggiarti‘. Per noi cristiani la fede è la base della saldezza e della stabilità!“.
Il ricordo di Emidio
Rivolgendosi ai familiari e a tutti i presenti, il presbitero, che è anche amico di famiglia, ha tracciato un ricordo di Croci: “Di Emidio resteranno il sorriso, la gioia, l’amore per la famiglia, la carica di umanità, la gentilezza, l’impegno nel lavoro e nel volontariato. E poi, quanto dolce è stata la sua vita d’amore e di testimonianza umana e cristiana in famiglia!”.
Poi, rivolgendosi direttamente al defunto, ha aggiunto: “Ora ti do il mio ‘A Dio‘, non nel significato di ultimo ed estremo saluto, ma nel suo significato etimologico: ti metto nelle mani di Dio. Immergiti in Lui, nel suo mare infinito di amore. Stai vicino alla tua famiglia e a quanti sentiranno la tua assenza. Ma vai in pace, figlio carissimo, nell’abbraccio del Signore e chiedigli che anche quelli di noi, che in questo momento vacillano, possano invece poggiare sempre di più sulla roccia della fede”.
Il saluto di amici e parenti
Terminata la Messa, in tanti hanno voluto fare una testimonianza e dare un ultimo saluto a saluto ad Emidio.
Tra tutte riportiamo le parole della moglie Cinzia: “Abbiamo un dolore immenso nel cuore, ma la vostra presenza così numerosa ci dà molto conforto. In questi giorni non mi sono mai sentita sola”. La donna ha poi letto una lettera al marito in cui si è detta fortunata per tutti i bei momenti trascorsi con lui, sottolineando quanto poco ci si renda conto della bellezza e della felicità che risiede nell’ordinarietà.
A seguire, anche la figlia Sofia ha salutato il padre Emidio: oltre a chiedergli di stare vicino a tutti loro e in particolare al fratello che è in ospedale, la giovane ha ricordato la somiglianza che li unisce, promettengogli di mantenere sempre la capacità di sorridere.
La salma è stata poi trasportata a spalla fuori dalla chiesa, dove il silenzio che fino a pochi minuti prima aveva regnato sovrano, è stato interrotto da un lungo e commosso applauso. È così che la comunità, fortemente scossa dalla tragica vicenda, si è unita al dolore dei familiari, mostrando vicinanza ed affetto.
La bara, circondata di fiori rossi e blu, come i colori della sua squadra del cuore, si è diretta poi verso il cimitero cittadino, dove il giovane padre di famiglia è stato sepolto.
Tra i presenti anche i compagni di scuola dei tre figli, i docenti e i dirigenti, oltre che una nutrita rappresentanza della Sambenedettese Calcio.