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Festa di San Francesco, la testimonianza di Suor Graziana dell’Ordine di Santa Chiara

DIOCESI – A conclusione dei festeggiamenti in onore di San Francesco, riportiamo le riflessioni di Suor Graziana Latella, una delle Suore dell’Ordine di Santa Chiara presenti nel Monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto, dove lo scorso Giovedì 2 Ottobre 2025, alle ore 21:00, don Francesco Farronato ha tenuto una meditazione sul Cantico delle Creature.

Anche le Clarisse, infatti, insieme ai Frati Minori, ai Conventuali e ai Cappuccini hanno partecipato ai momenti di festa organizzati in onore del Santo Patrono d’Italia, contribuendo così a riunire tutta la famiglia francescana delle due Diocesi del Piceno. 

Di seguito la testimonianza di Suor Graziana:

Giovedì 2 Ottobre, sfidando il vento gelido e una temperatura decisamente invernale, una piccola folla prendeva posto nel salone del Monastero, disponendosi ad ascoltare una meditazione sul Cantico delle Creature, in occasione dell’VIII centenario della sua composizione da parte di Francesco d’Assisi.

Questo appuntamento era stato pensato dalla nostra Comunità, in accordo con la Parrocchia di Sant’Antonio e la Comunità dei Frati Minori Conventuali, per offrire un contributo di riflessione alle celebrazioni in onore di San Francesco. Per questo avevamo chiesto la disponibilità a curare l’incontro ad un sacerdote della Diocesi di Padova, don Francesco Farronato, a cui siamo legate da profonda amicizia e che proprio la scorsa settimana era da noi per predicare gli esercizi spirituali alla comunità, come fa ormai da quasi trent’anni. Don Francesco ha accolto con molto entusiasmo il nostro invito e con la sua riflessione ci ha aiutato ad entrare nell’esperienza umana e spirituale del Santo di Assisi, di cui il Cantico – ha detto – rappresenta il culmine e la sintesi. L’incontro è stato molto vivace e partecipato, grazie all’alternarsi di parti narrate, video, brani musicali e testi pregati insieme.

Don Francesco ha voluto mettere in evidenza come nel Cantico delle Creature confluiscano molteplici elementi della personalità di San Francesco: dalle sue origini familiari e dalla cultura del suo tempo, alla Parola di Dio, che Francesco ascoltava con somma attenzione e devozione e che riteneva a memoria per non perderne nemmeno una briciola. Infiammato dall’amore di Dio e per Dio, che lo stesso suo corpo non riesce a contenere, dopo l’esperienza delle Stimmate, in un momento di dolorosa malattia, ormai cieco, Francesco canta la bellezza della sua relazione con l’Amato e lo fa chiamando in causa tutte le creature, le quali non fanno che attestare l’amore infinito che Dio ha per lui e per tutti gli uomini e che vengono coinvolte in quella relazione che egli vive con il Padre, il Figlio e lo Spirito, e pertanto diventano esse stesse fratelli, sorelle e madri. Sì, perché è nella relazione che si vive l’amore, vuole dirci San Francesco. E dove le relazioni si interrompono o si avvelenano, trovano spazio il peccato e la morte. Ecco perché Francesco quasi alla fine della vita aggiunse al suo Cantico due strofe: una che parla del perdono e con la quale mosse alla riconciliazione il Potestà e il Vescovo di Assisi; l’altra è per accogliere la morte che egli sente ormai vicina e che può chiamare “sorella”, perché sarà lei a prenderlo per mano ed accompagnarlo nella casa del Padre, in un canto senza fine!

In ultimo, don Francesco ha messo in evidenza come il Cantico delle Creature cominci con la parola “Altissimu” e finisca con la parola “humilitate”: ecco la santità di Francesco d’Assisi, cioè il riconoscersi “humus” cioè “terra”, una creatura “infinitamente piccola”, ma infinitamente amata da quell’«Altissimu, onnipotente, bon Segnore», che dopo averci fatto dono di tutto il creato, ha dato la sua vita per noi, perché potessimo essere e vivere come veri figli di Dio, fratelli di Cristo e familiari di tutte le creature.

Ringraziamo don Francesco Farronato, per averci fatto gustare tanta bellezza e aver rinnovato in noi il desiderio di lodare e di servire il Signore “cum tucte le tue creature”!

 

Carletta Di Blasio: