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FOTO San Benedetto, Transito di San Francesco d’Assisi, Vescovo Palmieri: “Francesco si è consegnato al Padre e il suo corpo luminoso attraversa i secoli”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ieri sera, 3 ottobre, alle ore 21, nella parrocchia di Sant’Antonio di Padova a San Benedetto del Tronto, si è tenuto il rito del Transito di San Francesco d’Assisi, memoria del passaggio del Santo dalla vita terrena a quella eterna, avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1226.

La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri, concelebrata da padre Andrea Cannuccia e con il servizio all’altare del diacono Walter Gandolfi. Numerosi fedeli e devoti del poverello d’Assisi hanno partecipato con raccoglimento e gratitudine.

Durante il rito, il coro diretto dal maestro Massimo Malavolta ha intonato il suggestivo canto «È discesa la notte sul mondo, il creato è avvolto nell’ombra; il serafico Padre Francesco la sua vita conclude sereno». In quel momento, le voci si sono fuse alle preghiere silenziose dei presenti, riempiendo la chiesa di un’atmosfera di profonda pace, come se la figura di Francesco fosse realmente lì, tra i suoi fratelli.

Ma perché San Francesco continua a essere tanto amato?
A distanza di otto secoli, il Santo d’Assisi rimane una delle figure più luminose e universali della spiritualità cristiana. È invocato non solo dai credenti, ma anche da quanti, nel mondo laico, ne riconoscono il messaggio di pace, fraternità e rispetto per il creato.

Lo stesso Papa Francesco ha scelto il suo nome per indicare il desiderio di una Chiesa umile, fraterna, vicina agli ultimi e custode della Terra.

Francesco d’Assisi è esempio di una fede vissuta con radicalità e libertà interiore: abbandonò tutto per seguire il Vangelo nella povertà e nel servizio, diventando fratello di ogni creatura. Il suo Cantico delle Creature resta una delle più alte espressioni poetiche di gratitudine verso Dio e verso la natura, mentre la sua vita testimonia che la vera ricchezza non è nei beni materiali, ma nell’amore autentico e nella fraternità universale.

Oggi è patrono d’Italia, degli animali e degli ecologisti, e la sua voce limpida continua a invitare l’umanità a custodire la casa comune e a vivere in pace con ogni essere vivente.

Durante l’omelia, il vescovo Palmieri ha rievocato con parole intense l’ultimo gesto di Francesco: «Francesco si è consegnato sulla terra nuda, al Padre, e il suo corpo luminoso, consumato dal Mistero Pasquale sull’Altare della Croce, attraversa i secoli. Ecco il mistero dell’immortalità di Francesco».

Un’immagine potente, che racchiude il cuore della sua santità: la spoliazione totale di sé, la fiducia piena nel Padre e la luce che continua a risplendere nei secoli.

Al termine della celebrazione, sono stati ringraziati il vescovo Palmieri per la sua presenza, la famiglia francescana, le suore clarisse, il coro e tutti i fedeli che hanno condiviso questo momento di preghiera.

Il tradizionale saluto francescano, «Pace e bene», ha concluso la serata, trasformandosi in un augurio e in un impegno per ciascuno: portare pace, seminare fraternità e vivere con semplicità.

 

Ana Fron: