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Diocesi di San Benedetto, gruppi di preghiera: San Pio da Pietralcina esempio di carità

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Lunedì 29 settembre, presso la parrocchia San Giuseppe in San Benedetto del Tronto, alle ore 20:30 si sono ritrovati, per recitare il santo Rosario, i membri dei Gruppi di preghiera di San Pio da Pietrelcina appartenenti alla Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.

Alle ore 21:00 è iniziata la santa Messa per la celebrazione del Transito di san Pio, presieduta dal Vicario generale don Patrizio Spina, che, prima della celebrazione, ha portato i saluti dell’Arcivescovo mons. Gianpiero Palmieri, impossibilitato a partecipare per sopraggiunti impegni.

La santa Messa è stata preceduta dalla riflessione del Coordinatore dei Gruppi di preghiera della Diocesi, padre Diego Musso sacramentino, il quale ha sottolineato l’importanza dell’affidamento alla volontà del Signore: “Questa è una serata di grazie, io come voi ho molte grazie da chiedere a padre Pio, ma soprattutto ho da ringraziare il Signore per i suoi innumerevoli doni. Dio ci toglie dieci per darci centomila, questa è la sicura verità. Se ci soffermiamo bene a pensare ce ne rendiamo conto: il Signore dà e il Signore toglie, ma toglie il poco per donare il molto, come è scritto nel brano del Vangelo in cui ci viene descritta la pesca miracolosa. Anche noi, come gli apostoli, affidiamoci alla volontà di Dio e vedremo tutta la sua grazia invadere la nostra vita. Fidiamoci e affidiamoci al Signore sull’esempio di san Pio”. Dopo la lettura del “transito” è iniziata la celebrazione eucaristica. Nell’omelia don Patrizio ha ricordato la figura di san Pio e quella degli Arcangeli e il legame che intercorreva tra loro: “San Pio ci direbbe sicuramente di vivere bene il nostro tempo e di non perdere la fede nella prova; ci direbbe inoltre di affidarci agli Angeli e agli Arcangeli.

Oggi la Chiesa celebra la festa degli Arcangeli, ascoltiamoli! San Michele ci ripete che come Dio non c’è nessuno; nelle difficoltà non ci fa mancare la sua forza e la sua delicatezza, e quando lo facciamo entrare nella nostra vita Egli trasforma la nostra esistenza. San Raffaele è colui che guarisce le nostre ferite, che ci sostiene quando ci sentiamo affaticati davanti alle difficoltà. San Gabriele ci mostra il messaggio di Dio e tutta la bellezza che rappresenta.

San Pio, così come la Vergine Maria, ha lasciato il Signore irrompere nella sua esistenza e lo ha lasciato realizzare grandi progetti. Niente e nessuno hanno preso il primo posto nella sua vita: seguiamo l’esempio di san Pio e lasciamoci trasformare dall’Amore di Dio. San Pio non si è mai perso in chiacchiere, ma si è sempre adoperato nell’esercizio della carità e della preghiera. Chiediamo a padre Pio, per l’intercessione degli Arcangeli, di aiutarci a ricordare che al nostro fianco è sempre presente l’Angelo custode, donatoci da Dio per accompagnarci sul nostro cammino”.

Terminata la santa Messa è seguita l’Adorazione Eucaristica comunitaria, animata dai membri dei Gruppi di preghiera di padre Pio. Padre Pio conosceva l’importanza della preghiera e del riunirsi per pregare insieme; così, dopo ripetuti appelli di papa Pio XII che esortava i credenti a ritrovarsi a pregare insieme, iniziò a promuovere i “Gruppi di preghiera”. Già dal 1947, qua e là in Italia, si formarono i primi gruppi. La nascita ufficiale, nel settembre del 1949, si fa risalire alla data della redazione del primo documento.

Nel 1950, nella rivista “Casa sollievo della sofferenza”, appare il primo elenco dei Gruppi di preghiera.

Gli aspetti fondanti dovevano essere: – riunirsi almeno una volta al mese, – in una chiesa, – con il consenso del vescovo, – con l’assistenza di un sacerdote. Gli incontri prevedevano la recita del Rosario o la partecipazione alla santa Messa.

Patrizia Neroni: