Di Pietro Pompei
DIOCESI – Se cerchi la “grazia attuale” tra le nuove generazioni, incontri subito un certo disorientamento e un punto interrogativo ben stampato sul volto. Per alcuni sembra sia meglio così.
Quel catechismo a formulette, imparate sotto l’incubo di una possibile punizione, certamente non poteva essere più un esempio da seguire; ma da quello a niente c’è una distanza abissale. Quelle formulette nella nostra vita religiosa sono state come le “grucce” a cui ricorri quando gli arti non ti reggono. E ripensate da adulti ti indicano ancora la strada da percorrere.
Da quando ci siamo messi in testa che non esiste più il peccato, sembra che abbiamo risolto anche il problema della conoscenza di tutto quel patrimonio che da millenni si è venuto costituendo nella storia della Chiesa, e che il cristiano eredita come mezzo necessario per percorrere la via della salvezza. L’Autosufficienza è la superbia del nostro tempo, nonostante i fallimenti clamorosi che buttiamo subito nel dimenticatoio. Ma la “grazia” con tutte le sue aggettivazioni, non è solo un dono, è l’autoconsapevolezza di una presenza che si fa storia con noi. E più questa conoscenza si traduce nei momenti della vita e più la persona riesce a comprendere il valore della propria esistenza. Grande dono è quello ricevuto da chi è stato preposto ad esporre la presenza del divino nella storia dell’uomo. In questi giorni assistiamo al rinnovarsi di una pessima consuetudine, all’inizio dell’anno scolastico, in cui vengono privilegiate tutte le ore di discipline caduche a danno dell’ora di religione. E’ il dramma che l’umanità vive sin dalla sua origine e che il sommo Dante seppe così ben tradurre nella disputa tra “l’angel di Dio… e quel d’inferno” nell’episodio di Bonconte (Purg.V,104…).
E’ sempre colpa delle Istituzioni? Nel Prologo Giovanni è ben preciso: “Et Verbum caro factum est…” Che non lo abbia capito un Ministro della Pubblica Istruzione nell’anno 2000,tale Luigi Berlinguer, dato l’ambiente in cui è cresciuto ed è stato educato, c’è poco da meravigliarsi, ma che non sia ben chiaro a molti, chiamati a partecipare ai giovani questo “pneuma” della storia, diventa una spaventosa negligenza. Non c’entra nulla la formuletta del catechismo, la religione nella vita non è un appiccicaticcio, un soprabito, tanto meno una divisa. È il Verbo che negli uomini si fa storia. Sono del tutto cervellotiche certe distinzioni tra storia e religione. Va certamente salvaguardata la piena libertà della persona; ma questo riguarda sempre caro Ministro, tutto l’insegnamento scolastico. In questi giorni mentre ci si prepara al nuovo ano scolastico, spesso torna il nome di Giovanni Gentile, come penultimo, (l’ultimo resta Berlinguer) riformatore della scuola italiana; ebbene questo illustre filosofo sapeva bene che non soltanto con la filosofia, l’italiano e le lingue, ma anche attraverso la matematica e le scienze si può condizionare la formazione dell’alunno, cosa che regolarmente avviene nella nostra scuola. Quanti professori debbono battersi il petto per certe “devianze” anche sul piano del corretto rapporto democratico, che sono sfociate in assurde e tragiche ribellioni. Riscopriamo il valore della religione, che nel suo significato etimologico è veramente quel substrato dove l’uomo completa il puzzle della sua storia. E dell’importanza di tutto questo i primi ad esserne convinti e quindi farsi rispettare in tal senso debbono essere quanti sono stati chiamati a svolgere l’ora di religione.
Ed ai tanti Berlinguer che la nostra storia nazionale ci ha messo tra i piedi e che in questi giorni tornano ad agitare la scuola con lo studio di tante assurdità, vorrei suggerire di fare una capatina alle Frattocchie, vicino Roma. Nella Badia è conservata ” L’Alma Aequilibrii Mater”, S. Maria dell’Equilibrio, riprodotta a colori su tela da Fratel Armando Panniello e venerata anche da molti non proprio religiosi.
Si racconta che avutane copia, il Papa Paolo VI nel settembre del 1968 raggiante in volto esclamasse: “Santa Maria dell’Equilibrio!… Ah proprio quella che ci vuole”.
Abbiamo veramente tanto bisogno di “equilibrio”, specie quando mettiamo mano a riforme che incidono nella vita dei giovani.
La preghiera che si recita nell’Abbazia delle Frattocchie
Perciò ti preghiamo, Madre dell’equilibrio, sii tu la nostra guida.
In quella maturità cristiana che fa crescere in noi tutto il Cristo,
perché possiamo, sul tuo esempio, irradiarlo sugli altri.
Vogliamo che tu ci sia Maestra nella sintesi vitale
tra preghiera ed azione, tra valori umani e valori divini.
Vogliamo amare tutti, vogliamo aiutarti a salvare tutti
e andare incontro ai lontani, eppure ci accorgiamo
di non amarci troppo anche tra noi cristiani.
Parliamo di dialogo, di pace, di intesa universale,
ma siamo pieni di polemiche e contestazioni.
Vergine dell’equilibrio, tu vedi quanto siamo immaturi.
Sii Tu la nostra stella, Tu che nei momenti di angoscia
hai taciuto, ammirando i disegni di Dio,
e sei andata decisamente incontro a tutti
sacrificando te stessa: mettici nel cuore
questo tuo equilibrio di azione e di vita.
Il mondo ha bisogno di ritrovare ordine
e la strada giusta per arrivare a Gesù;
troppo profondi sono gli squilibri che ci dilaniano.
Sii dunque con noi e per noi la madre di equilibrio
che faccia trovare a tutti la via della salvezza,
che è solo e sempre nel tuo Figlio,
che tu porti in braccio con tanto amore.