COLONNELLA – “Onestamente, prima di organizzare questa iniziativa avevamo mille dubbi. Parteciperanno i nostri giovani? Saremo in grado di rispondere alla loro sete di senso? Li annoieremo? Se ne andranno dopo la prima mezz’ora? A tutte queste domande ci siamo dati una risposta al termine della serata, intorno alle 21:50, quando, già trascorsi 20 minuti dalla fine dell’incontro e ormai al buio, i ragazzi indugiavano ad andar via, continuavano a parlare tra loro e con noi. Nonostante avessimo detto che potevano congedarsi, nessuno andava via per primo! Questa è davvero una testimonianza del fatto che si siano trovati bene, accolti e a loro agio. Che bello! Pochi minuti prima avevamo ascoltato il racconto della Trasfigurazione di Gesù. «Maestro, è bello per noi stare qui!». È come se quelle parole del Vangelo di Luca avessero preso vita“.
È con queste parole che Sabrina Mancinelli, associata del Settore Adulti dell’Azione Cattolica parrocchiale di Colonnella, riassume l’iniziativa “Orizzonti di speranza per i giovani” che si è tenuta Martedì 12 Agosto 2025, a partire dalle ore 18:30, presso il Colle dei Pini in Colonnella.
L’incontro, che rientrava tra gli appuntamenti della rassegna “Insieme, incontro all’aurora!“ promossi ed organizzati dall’AC di Colonnella, ha registrato la partecipazione di ben 38 giovani, di cui 27 residenti nella cittadina abruzzese e 11 provenienti dai paesi limitrofi. Tra di loro, anche ragazzi dichiarati atei o di religione musulmana.
A tal proposito, Francesca Spinosi, anche lei associata del Settore Adulti di AC, racconta: “Durante l’appuntamento ci sono stati diversi momenti di grazia straordinaria. In particolare mi hanno colpito le parole di un giovane, che si è sentito libero di confessare la sua non fede, ma allo stesso tempo il desiderio di ascoltare la Parola del Vangelo e di vivere altri momenti con noi. È un segno chiaro che il nostro stare insieme è un riflesso della presenza del Signore e questo ci spinge a continuare a tessere relazioni autentiche e accoglienti”.
Ma cosa hanno fatto tutti questi giovani a Colonnella?
Aiutati dalle canzoni del giovane talento marchigiano Roberto Sansolini, in arte Traparentesi, che è stato ospite per l’intera serata insieme al talentuoso compaesano Filippo Berdini, in arte, Berds che per l’occasione gli ha fatto da chitarrista, i ragazzi presenti hanno vissuto un percorso di introspezione personale, analizzando le loro paure, il loro disagio e le loro ansie ed interrogandosi su quali possano essere alcuni possibili orizzonti di speranza per realizzarsi nelle tre dimensioni della vita: come singole persone, quindi vivendo una vita piena, colma di senso; nelle relazioni con gli altri, quindi costruendo legami autentici e fruttuosi; infine anche in una prospettiva più ampia, all’interno di una comunità universale, quindi contribuendo al bene comune. A presentare la serata è stata la giovane Asia Francesca Brucciolo, mentre del service si è occupato il giovane Manuel Liberati.
Ci facciamo raccontare da alcuni partecipanti i momenti più belli dell’esperienza vissuta insieme.
Come trovo il mio posto nel mondo?
Per una piena realizzazione di ogni essere umano
Chiara Rosati, che ha 18 anni e frequenta l’ultimo anno del Liceo Artistico, racconta: “Ci siamo riuniti al Colle, un punto molto panoramico del nostro paese, da cui si vedono il Mar Adriatico, il Gran Sasso e il borgo antico del nostro paese. Nonostante la vista sia spettacolare, viviamo poco quella parte del parco, perché in genere ci fermiamo nella zona sottostante dove ci sono il campetto da calcio, le giostre e le panchine. In quell’angolo di parco, illuminato da colori vivi, oltre che di silenzi, musica e parole, abbiamo vissuto una bellissima esperienza.
A me è piaciuta particolarmente la prima parte, quella in cui attraverso le parole della canzone “Block notes” di Traparentesi, il giovane diacono Francesco Bollettini ed il campione di vela Matteo Terenzi hanno dato voce a paure e ansie che spesso noi ragazzi viviamo. Mi sono sentita molto capita da loro e mi sono ritrovata nelle loro parole, forse perché, frequentando l’ultimo anno di Scuola Superiore, mi trovo in una fase in cui sono chiamata a scegliere il mio futuro e questo un po’ mi fa paura. Mi è piaciuta molto una frase che ha pronunciato il giovane velista, una frase che – come ha detto lui stesso – si è tatuato sul braccio: ‘Un’onda alla volta!’. Mi è sembrato un buon consiglio per affrontare la vita e mi ha dato molto coraggio!”
Come faccio a vivere relazioni autentiche?
Io e l’altro: una scoperta e una promessa
Davide Di Giamberardino, che ha 30 anni e lavora nella Pubblica Amministrazione, dichiara: “Ho trovato molto educativa la seconda parte dell’incontro. Il prof. Viozzi, attraverso l’arte, ci ha fatto fare un bel viaggio alla scoperta delle relazioni che siamo chiamati ad intessere con chi ci sta intorno. La testimonianza della prof.ssa Laura Vitelli, come moglie, madre ed insegnante, mi è sembrata sinceramente molto profonda ed introspettiva e, a tratti, l’ho trovata anche d’ispirazione un po’ per tutte le generazioni, soprattutto quando ha parlato di rapporti affettivi e genitorialità. Mi è rimasta particolarmente impressa la frase: ‘Le relazioni sono il motore della vita’. La trovo una grande verità che tutti siamo portati a sperimentare, prima o poi, nella nostra vita”.
Come contribuisco alla cura del Creato?
Aperti al mondo e alla vita
Federico Di Bonaventura, che ha 15 anni e frequenta il 2° anno del Liceo Scientifico Matematico, afferma: “Tutta la serata è stata bella, anche perché l’ho trascorsa con i miei amici più stretti: Samuele, Lorenzo, Giorgio e Sebastian. Ma la parte che mi è rimasta più impressa è la terza, quando don Silvio Giampieri ci ha spiegato l’importanza di non pensare solo a noi stessi, bensì di avere uno sguardo sul mondo e di contribuire a migliorarlo. Vedendo che l’intervento dopo di lui sarebbe stato quello degli ospiti della Caritas, in un primo momento mi sono immaginato il solito discorso sul dedicare il nostro tempo a chi ne ha bisogno e ho pensato che i ragazzi ci avrebbero raccontato le loro storie di povertà. Mi ha invece molto sorpreso scoprire che gli ospiti della Caritas non erano lì per chiedere qualcosa, bensì per dare qualcosa. Ci hanno raccontato in che modo hanno sistemato il loro giardino e come se ne prendono cura e poi ci hanno parlato dell’orto sociale, una iniziativa che sta dando loro grande soddisfazione. Mi sono sentito in colpa per aver pensato con superficialità che una persona povera non potesse avere nulla da insegnarci e mi sono reso conto che chiunque, in qualsiasi contesto e a prescindere dalle difficoltà che sta vivendo, può fare qualcosa per rialzarsi, ricominciare e migliorare il mondo. Come ha detto il giornalista Marco Sprecacè, ‘noi non siamo nati per morire, ma siamo nati per cominciare’. Proprio come è successo agli ospiti della Caritas, che, ad un certo punto della loro vita, si sono trovati a dover ricominciare una nuova vita, in un luogo molto lontano da casa e con persone nuove e, ciò nonostante, sono comunque riusciti a guardare la vita con gratitudine, contribuendo a seminare bellezza intorno a loro”.
E quindi uscimmo a riveder le stelle
Se vivrò momenti di buio, come troverò la Luce?
Mirko Di Pizio, che ha 17 anni e frequenta il Liceo di Scienze Applicate, conclude: “A me la serata è piaciuta moltissimo. Sinceramente non ci sono iniziative per noi ragazzi qui a Colonnella, ad eccezione di qualche torneo estivo di calcio. Quindi, quando ho saputo che ci sarebbe stata una serata dedicata a noi ragazzi, mi sono subito iscritto e ho partecipato con gioia insieme ai miei amici.
È stato molto bello aspettare insieme il tramonto, peraltro con musica dal vivo! Non mi sembrava vero! Ma la parte che mi è piaciuta di più è stata l’ultima, quella dopo cena, quando il nostro concittadino Simone Perozzi ci ha raccontato dell’incidente in moto avuto a 16 anni, che gli ha tolto l’uso delle gambe. Mi ha colpito il fatto che la sua storia potrebbe essere quella di qualsiasi altra persona, di qualsiasi adolescente che vive con spensieratezza la sua vita. E sono rimasto sorpreso dalle parole che Simone ha detto: “Dopo un primo momento di smarrimento in cui ho preso atto della situazione, non mi sono concentrato su quello che non potevo più fare, bensì su quello che potevo ancora fare“. Simone non si è abbattuto, bensi ha reagito e oggi, a 21 anni, è un campione di nuoto. La sua vicenda mi ha fatto capire molte cose.
Infine anche il suo comportamento è stato per me abbastanza sorprendente: ho sempre immaginato le persone con disabilità motoria come persone che non potessero fare tutto. Simone, invece, è giunto sul posto guidando la sua auto e poi salendo con una carrozzina elettrica fino alla cima del Colle, da solo, in perfetta autonomia. Attraverso i suoi gesti e le sue azioni, Simone mi ha insegnato che, con impegno, coraggio e pazienza, possiamo fare tutto!“.
Le dichiarazioni degli organizzatori
Teresa Di Buò, presidente dell’AC parrocchiale, afferma: “È stato, è e sarà un lavoro lungo, paziente, faticoso. Dobbiamo ridare fiducia, speranza e anche possibilità di impegno ai nostri giovani, se vogliamo davvero che il mondo diventi migliore. Io ci credo, ci spero e mi impegno, affinché questo desiderio si realizzi. Partiamo da noi, qui, nel piccolo paese”.
Il parroco don Dino Straccia, conclude: “Mi pare che la serata sia andata bene. Sono rimasto dall’inizio fino alla fine, per vivere l’esperienza insieme ai nostri giovani e anche per vedere la loro partecipazione. Considerando che è estate e che c’erano molte alternative nei paesi vicini, la presenza numerosa che abbiamo rilevato non era scontata. Questo mi pare un primo buon risultato. Poi devo dire che ci sono state testimonianze molto forti e, per questo, anche molto belle e coinvolgenti. Non credo che i ragazzi siano rimasti indifferenti. Anche questo è un dato importante che mi pare giusto sottolineare”.
Avranno partecipato per il tramonto? O forse per il cantante? O magari per il panino? Se così fosse, non avrebbero sopportato tre ore e mezza di “chiacchiere”! Credo invece che ci sia una ricerca autentica del senso della vita e quindi di spiritualità. Un desiderio che va ascoltato e non trascurato.